Cinque giorni di fermo dell’ autotrasporto
“Ci fermiamo perché non abbiamo più nulla da perdere, nemmeno la speranza –spiega il presidente provinciale della Confartigianato trasporti veneziana, Nazareno Ortoncelli- Non abbiamo avuto nulla, gli accordi con il Governo sono stati rispettati solo per la parte che ci danneggia, non per quella che ci tutela. Perciò diciamo basta, e sabato decideremo quali forme di protesa adottare, per far sentire le nostre ragioni”.
Le ragioni per cui gli artigiani autotrasportatori protestano (circa 2.000 le aziende nella sola provincia di Venezia) sono numerose. Elenca Ortoncelli: “Negli ultimi incontri, svolti a livello ministeriale, ci hanno comunicato che i 200 milioni di euro destinati al nostro settore dalla Finanziaria 2005 per l’anno precedente non sono spendibili; inoltre, 90 milioni sono stati tagliati dalla Finanziaria 2007 e destinati ai ferrotranvieri. Ci viene richiesto di restituire circa 11.000 euro a camion, per la vicenda del bonus fiscale sul gasolio del 1992 e la mancata sanatoria per le ditte iscritte all’ Albo tra il 1978 e il 1987 costringe gente che lavora da 20 anni a frequentare corsi e dare esami. E l’elenco potrebbe continuare. Tra l’altro, il costo del gasolio continua a crescere: e allora, che senso ha lavorare per rimetterci?”.
Il fermo di cinque giorni è stato già anticipato da un’iniziativa di protesta, proprio qui nel veneziano: il 27 gennaio scorso, circa 300 “Tir lumaca” sono tornati a percorrere la tangenziale di Mestre, dopo sei anni di assenza.