Le pensioni del futuro: un convegno
Il vecchio sistema di retribuzioni è ormai in esaurimento, mentre al tradizionale modello pensionistico deve essere per forza affiancato un nuovo sistema integrativo in grado di compensare le mancate contribuzioni sia nei periodi di attività che in quelli legati a fasi alternate di occupazione. Questi i capisaldi emersi dal dibattito.
Gli organizzatori sono infatti convinti che, se da un lato il completamento della riforma Dini , con il diffondersi delle adesioni alla previdenza integrativa, possa dare all’economia italiana quella spinta propulsiva tanto attesa, dall’altro lato il trasferimento del TFR (trattamento di fine rapporto) senza l’adesione ad un Fondo Pensione non risolva il problema di costruire il secondo pilastro pensionistico.
“Questo è un momento storico” ha affermato Valerio Franceschini, Segretario Organizzativo della UIL Veneto. “Noi vogliamo spingere verso la previdenza integrativa, per l’effetto della riforma sul TFR. Infatti si prevede che, chi ha abbracciato il sistema contributivo, perderà almeno il 30% del valore della pensione”. Altro punto forte, il precariato dilagante. “Il sistema va ridisegnato, per non creare le fasce di povertà del futuro”.
“C’è l’esigenza di far capire ai lavoratori, specialmente ai più giovani, che devono aderire alla previdenza integrativa” ha fatto eco Alberto Ghedin, Coordinatore Regionale della FENEAL-UIL Veneto “perché non si rendono ancora conto di quello a cui vanno incontro e rinviano continuamente la scelta”.