Uso plurimo delle acque: contributo per tutela dell'ambiente
Dall'analisi su alcune città campione italiane emergono dati allarmanti. Novara, ad esempio, ha registrato un calo delle precipitazioni del 23,8% rispetto al 2005. Verona (- 15,6%), Capo Bellavista in Sardegna (- 28,3%), Roma (- 44,3%).
Le temperature massime, in media, in tutta Italia, sono aumentate, rispetto al valore climatico, fino a 2° C, con punte più elevate al Nord, in Sicilia e in Sardegna.
Anche le temperature minime sono salite.
Il risultato è che negli ultimi 40 anni, l'alveo di magra del Po si è abbassato di circa 4 metri con gravi conseguenze per la stabilità delle strutture di difesa, per la navigazione, per le prese irrigue, per la manutenzione delle falde acquifere, per l'habitat della fauna ittica e l'ambiente.
“Nel bacino padano - ha detto Vecchioni - occorre dunque una forte riorganizzazione del bene acqua. E la strategia non può concentrarsi esclusivamente sugli aspetti infrastrutturali, che richiedono costi di investimento elevatissimi e tempi di realizzazione estremamente lunghi. Occorre allora intervenire sulla domanda e sull’efficienza idrica”.
In tale ambito, assume un rilievo determinante il dibattito sugli usi plurimi delle acque, che costituisce uno strumento di fondamentale importanza ai fini di un utilizzo razionale e parsimonioso di questo bene prezioso.
Nell’uso plurimo rientra, tra l’altro, la possibilità di utilizzare le acque d’irrigazione per produrre energia idroelettrica “pulita”, fornendo un positivo contributo al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto, oltre che per soddisfare, con la stessa acqua, una vasta gamma di fabbisogni mediante l’approvvigionamento idrico di imprese produttive che, diversamente, sarebbero costrette ad attingere ad altre fonti attivando nuove derivazioni con conseguente depauperamento del patrimonio idrico.