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Bulgaria, agricoltura locomotiva di crescita

16/02/2007
L’agricoltura, in Bulgaria, è la terza «forza» della struttura economica del Paese, dopo il settore dei servizi e dell’industria. In base ai dati forniti dall’Ice, l’Istituto nazionale per il commercio estero, la Bulgaria, entrata dallo scorso 1° gennaio a far parte dell’Unione europea, può contare su un andamento piuttosto frizzante. I numeri dell’Ice, riferiti ai primi nove mesi del 2006, indicano una crescita record del Pil, addirittura del 6,1%, superiore alle previsioni degli economisti e anche a quanto stimato per l’area dell’euro.

Tuttavia, se nel 2006 (sempre periodo gennaio-settembre) la crescita è stata generalizzata e principalmente legata al settore dei servizi (+5,5% tendenziale) e dell’industria (+9,8%), il comparto agricolo ha subito una lieve flessione rispetto all’anno precedente (-0,2%), recuperando qualche punto nel periodo luglio-settembre. La «frenata» agricola era stata calcolata infatti al 5 per cento fra gennaio e giugno del 2006.

L’agricoltura sta scontando, in particolare, ritardi su due fronti: l’adeguamento del sistema informatico legato ai contributi Pac (Politica agricola comune) e parametri veterinari non ancora allineati agli standard dell’Unione europea, soprattutto per quel che concerne il segmento del latte e dei suini.

Si calcola di risolvere in tempi rapidi i problemi di informatizzazione, mentre nell’arco di un triennio dovrebbero essere colmati anche i gap legati alla sicurezza alimentare.

Il quadro complessivo agricolo, inoltre, registra la mancanza di una moderna ed estesa meccanizzazione, di una produttività ancora bassa e di una parcellizzazione della proprietà terriera, compresi gli ancora scarsi servizi nell’attività di selezione e di genetica in campo zootecnico.

Per le sfide economiche che la Bulgaria dovrà affrontare è stato previsto un fondo di coesione e fondi strutturali pari a 11 miliardi di euro per il periodo 2007-2013, che saranno destinati anche allo sviluppo della competitività dell’economia bulgara (22,6%), all’ambiente (8,3%) e allo sviluppo regionale (34,6 per cento). E solamente per lo sviluppo agricolo 2007-2013, la Bulgaria avrà a disposizione 2,6 miliardi di euro, con un cofinanziamento nazionale di 631 milioni di euro.

Per il 2007 si prevede una crescita del 6% del Prodotto interno lordo, con una regressione dell’inflazione al consumo (dal 7,4 del 2006 al 3,8 del 2007).



L’interscambio commerciale fra Italia e Bulgaria. Nel periodo gennaio-ottobre 2006, i valori dell’interscambio tra Italia e Bulgaria hanno fatto registrare una crescita dell’export italiano (+20,2%), passato così da 1.049,6 milioni di euro a quota 1.261,7. L’Italia rimane il terzo Paese fornitore, dopo Russia e Germania, anche se nei primi nove mesi del 2006, rispetto allo stesso periodo del 2005, la quota di mercato ha perso terreno, passando dall’8,9% all’8,5 per cento.

Le esportazioni bulgare verso l’Italia, nel 2006 (gennaio-ottobre) sono cresciute del 4,6%, arrivando a 1.009,5 milioni di euro. Complessivamente l’interscambio Italia – Bulgaria a fine ottobre 2006 ha raggiunto la cifra di 2.271,2 milioni di euro.

In ribasso il trend delle importazioni dalla Bulgaria in agricoltura, silvicoltura e pesca (-39,58%) e nell’industria agroalimentare e nel settore delle bevande (-17,18 per cento).



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