8 marzo: per la festa 15 mln di mimose made in italy
07/03/2007
Nonostante l’anticipo di fioritura dovuto al caldo invernale record, sono almeno 15 milioni i ramoscelli di mimosa di produzione nazionale offerti in occasione della Festa della donna, secondo una tradizione che ha anche un importante valore ambientale perché sostiene una coltivazione realizzata sopratutto nei tipici terrazzamenti che si affacciano sul mare, altrimenti destinati al degrado e all'abbandono. E’ quanto stima la Coldiretti nel precisare che nonostante il contenimento di produzione, non mancherà l’offerta Made in Italy destinata sia al mercato interno che all'esportazione in Francia, Svizzera e Paesi del Nord Europa. In realtà - spiega la Coldiretti - l’andamento climatico anomalo ha determinato un aumento della produzione stimato pari al 5 per cento ma anche un anticipo e prolungamento della stagione di commercializzazione che ha ridotto le disponibilità per l’8 marzo. Se i prezzi di vendita al dettaglio oscillano attorno ai dieci euro a seconda della confezione, con la stessa cifra - precisa la Coldiretti - ai produttori agricoli viene pagato ben più di un chilo di prodotto. La spesa può comunque essere ottimizzata se si seguono alcune semplici regole di conservazione per evitare il disseccamento veloce. Si consiglia - sottolinea la Coldiretti - di tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone. Vanno quindi collocati in piena luce e mantenuti in ambiente fresco e umido perché la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la grande perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore. La mimosa è coltivata in Italia da circa duemila imprese su una superficie di quasi 600 ettari di terreno, concentrati soprattutto in Liguria. Quella coltivata in Italia - rileva la Coldiretti - è in realtà un'acacia dealbata, arbusto sempreverde originario delle zone tropicali, che insieme al genere della mimosa appartiene all'unica famiglia delle Leguminose. Le varietà più diffuse sono - precisa la Coldiretti - la Floribunda e la Gaulois che è più rigogliosa. Le foglie di mimosa, composte da tante foglioline verde chiaro, in caso di pericolo (per esempio se vengono sfiorate o la temperatura supera i 20°C) si ritraggono, ed è per questo particolare atteggiamento che ha preso il nome scientifico "mimus", dal latino attore mimico. La mimosa venne introdotta in Europa intorno al 1820 e con il passar del tempo riuscì ad adattarsi molto bene al clima Italiano, soprattutto nelle zone temperate come la Liguria. Nei paesi d'origine come Sud America e Australia dove è considerata fiore nazionale, la mimosa - conclude la Coldiretti - raggiunge i 30 metri di altezza, in Europa, invece, al massimo 10 metri.
COLDIRETTI