Quarto rapporto congiunturale di Confartigianato Veneto
FATTURATO DALL’EXPORT
Saldo tra andamenti positivi e negativi e variazioni percentuali medie
4° rapporto di Confartigianato del Veneto sull’export piccole imprese - Elaborazioni AES
Il 2006
Nell’analisi per attività produttive si può notare come solo nelle aziende del metallo e del tessile, abbigliamento, concia si evidenziano andamenti negativi, In particolare sono peggiorate nel corso del 2006 le dinamiche dell’export (-16,3) delle imprese del metallo. Situazioni positive si rilevano negli altri comparti di produzione in particolare considerando le aziende dell’alimentare (66,7), della chimica, plastica, vetro, carta (16,7) e della meccanica e macchine (23,1).
Stabile invece il fatturato dall’export per le imprese dell’elettronica, dei mobili e legno, anche se per le aziende di quest’ultimo comparto le previsioni per il prossimo futuro (saldo -10) rivelano ancora una certa difficoltà ad assorbire le evoluzioni del mercato internazionale.
Le previsioni per il 2007
Per quanto riguarda le previsioni negli altri comparti le aspettative per il 2007 sono positive, con una decisa ripresa delle esportazioni nelle aziende del metallo (26,7), dopo la flessione registrata nel corso dell’ultimo anno, e con una conferma dei trend positivi per quanto riguarda le imprese dell’alimentare (25) e della meccanica e macchine (13,3). Anche nell’elettronica si dovrebbe registrare una crescita del fatturato derivante dall’export (16,7), mentre non sono attese particolari evoluzioni all’interno del comparto della chimica, plastica, vetro, carta.
FATTURATO DALL’EXPORT
Saldo tra andamenti positivi e negativi per comparto di produzione
4° rapporto di Confartigianato del Veneto sull’export piccole imprese - Elaborazioni AES
Analizzando le dinamiche dell’export in base ai diversi mercati di sbocco, si può rilevare come risultino in netto rialzo le transazioni con i mercati dell’Asia e dei Paesi del Medio Oriente (50), mentre in ribasso risulta il fatturato proveniente dai Paesi oltre oceano: America Settentrionale e America Centro-Meridionale (-17,6). Il principale volume dell’export proviene comunque dai mercati europei e se per quanto riguarda l’area dell’Unione Europea si registra nel 2006 un discreto progresso (11,9); negli altri Stati “non membri” le transazioni oltre confine registrano una prevalenza di andamenti negativi (-7,7). Marginali infine risultano i rapporti con i Paesi africani e l’andamento delle esportazioni nel 2006 non ha evidenziato particolari scostamenti rispetto all’anno precedente.
“Un 2007 che si apre sotto buoni auspici -conclude Sartor- grazie anche alla possibilità di un’ulteriore crescita delle esportazioni verso i Paesi dell’Unione Europea, tenendo anche presente che dal primo gennaio 2007 Romania e Bulgaria, Paesi con i quali la piccola impresa veneta ha frequenti rapporti commerciali, sono entrati a far parte dell’Unione Europea”.
Carta d’identità delle PMI esportatrici abituali
Sono le imprese maggiormente strutturate (oltre i cinque addetti) quelle che si dedicano prevalentemente alle transazioni con l’estero. L’incidenza delle esportazioni risulta marginale nel 40% delle imprese (l’ammontare di fatturato ricavato dalle vendite all’estero non supera il 10% del fatturato complessivo), mentre in circa il 30% delle aziende intervistate le esportazioni costituiscono più della metà del giro d’affari complessivo prodotto.
Secondo la classe di fatturato, le aziende che esportano si concentrano per lo più nella fascia tra i 500 mila ed 1 milione di euro (28,9%), ma esistono anche proporzioni significative che producono un giro d’affari tra 1 e 2 milioni di euro (21,5%) e oltre 2 milioni di euro (13,2%).
Il principale mercato di sbocco rimane quello relativo ai Paesi dell’Unione Europea (oltre due imprese su tre), ma in ascesa sono i mercati asiatici e del Medio Oriente. Dall’altra parte marginali rimangono i rapporti con i Paesi africani, mentre le transazioni con l’America (Settentrionale e Centro-Meridionale) coinvolgono il 7,5% delle imprese intervistate.
Infine tra i canali di vendita maggiormente utilizzati per le esportazioni si continua a privilegiare, nonostante le dimensioni ridotte delle aziende in termini di addetti, una struttura distributiva propria (58,6%) od in alternativa ci si rivolge a distributori specializzati per i trasporti oltre confine (18,9%).