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Sempre più imprese in provincia di Venezia

09/03/2007
Nonostante lo scontento generale, le continue lamentele sul fatto che le famiglie non riescano più ad arrivare a fine mese con i soldi e, di conseguenza, comprino di meno, l’imprenditoria veneziana si conferma in crescita. Con oltre 90mila imprese, che sono aumentate dell’1,2% rispetto al 2005, l’economia in Provincia di Venezia conferma un trend positivo che dura da anni e, in alcuni casi, supera perfino la media regionale e quella nazionale.

Questo secondo i dati sul movimento anagrafico delle imprese e l’andamento economico della Provincia di Venezia del 2006, presentati dalla Camera di Commercio veneziana.

Costruzioni, turismo e servizi: sono questi i settori trainanti dell’economia locale, nonché quelli che hanno registrato i migliori trend di crescita. Ed i dati sono davvero confortanti: le imprese di costruzioni, al 31 dicembre 2006, risultavano 12.mila 552, più 3% rispetto al 2005 e più 14,9% rispetto a cinque anni fa. Il settore del turismo, le cui imprese alla fine dell’anno scorso erano 7mila 671, sono aumentate del 3,6%, mentre le imprese di servizi, attualmente 10 mila 568 unità, sono aumentate addirittura del 5,4% rispetto al 2005. In particolare, c’è stato un vero e proprio boom delle attività immobiliari: più 8,5% rispetto al 2005. Bene anche il settore dei servizi alla persona (+1,5%) , del credito e delle assicurazioni (+1,2%) e dl commercio (+0,6%).

Non tutti i settori, però, sono cresciuti: ad esempio, il comparto agricolo ha fattore registrare meno 3,2% rispetto al 2005; calo, anche se non considerevole, anche per il settore della pesca (-0,9%) e per quello dei trasporti (-0,8%). Pressoché costante, invece, il numero delle imprese manifatturiere: solo lo 0,1% in meno rispetto al 2005.

Le imprese sono aumentate soprattutto nella Terraferma veneziana (più 2,6%), nel Dolese (più 2%) e a Venezia-Cavallino (più 1,8%), che con le sue 29mila 176 imprese costituisce il comprensorio con la percentuale più alta di attività, il 32,9%.

Conforta inoltre la crescita dell’imprenditoria femminile: le imprese guidate da donne sono aumentate dell’1,4% rispetto al 2005 e costituiscono attualmente il 26% delle imprese veneziane.

Altro dato eclatante, l’aumento degli imprenditori extracomunitari: rispetto al 2005, sono aumentati del 15,1%, anche se la loro incidenza sul territorio è contenuta: costituiscono infatti il 4,1% del totale. Per quanto riguarda le nazionalità, tra i principali paesi extracomunitari di provenienza, spicca - a sorpresa! – la Svizzera, che con i suoi 565 imprenditori è seconda, a Venezia, solo alla Cina (con 647 imprenditori).

C’è però anche il rovescio della medaglia, innanzitutto per quanto riguarda l’età degli imprenditori: i giovani, cioè le persone al di sotto dei 30 anni, a fine 2006 risultavano 6mila 844, solo il 5,8% del totale, con un calo del 3,4% rispetto al 2005, mentre gli imprenditori over 70 sono 7mila 811, più 2,2% rispetto all’anno precedente. “Il dato può significare che i meccanismi previdenziali per il mondo dell’economia autonoma non consentano di uscire dal mercato in maniera soddisfacente. Senza contare poi che c’è poco ricambio generazionale” ha affermato Massimo Albonetti, Presidente della Camera di Commercio veneziana.

Chi decide di diventare imprenditore, oggi, preferisce cimentarsi nelle società di capitali, che sono aumentate del 6,7%; in calo invece quelle individuali (meno 0,6%) che però rappresentano il 61,6%, quindi la netta maggioranza, del totale provinciale.

E’ inoltre da segnalare il rapporto tra natalità e mortalità delle imprese: a fine del 2006, a fronte di 5 mila 836 iscrizioni di nuove imprese, con il più alto tasso di natalità tra le province venete, ben 5 mila 809 imprese hanno chiuso i battenti, con il più alto tasso di mortalità in regione. “E’ tanta la gente che ha voglia di fare impresa; è anche vero, però, che sono parecchi coloro che lasciano la propria attività entro 5 anni dall’inizio; segno che nel territorio c’è una vivacità che è però segno di sofferenza del mercato” ha commentato Albonetti.

Del resto, basta camminare per le strade di Mestre - solo per fare un esempio - per rendersene conto: sono parecchi, infatti, i negozi che in vetrina espongono la scritta “Vendita promozionale per cessata attività”. E il fenomeno non riguarda solo imprese costituite da pochi anni, ma anche aziende presenti sul territorio da molto tempo e molto conosciute. “I negozi chiudono perché aumentano i costi locativi, senza contare la crescita della grande distribuzione” ha affermato Albonetti. “E’ difficile contrastare l’evoluzione del mercato, ma” ha continuato Albonetti “prima di decidere di intraprendere un’attività autonoma, bisogna studiare le tendenze, cosa che non tutti fanno, dal momento che molte autorizzazioni concesse non rispecchiano le richieste esistenti, anzi sono sovrabbondanti”.

Questo può senz’altro servire da monito per chi volesse, nell’immediato o nel prossimo futuro, diventare imprenditore; ma per chi ha già da tempo un’attività, viene anzi considerato, come si suol dire, “un’istituzione nel veneziano”, tanto è conosciuto, ma si trova ad affrontare una crisi sempre più profonda, che cosa si può fare?

“Stiamo attivando il progetto “le Urbanità possibili”, per aiutare soprattutto le attività presenti nei centri storici” ha affermato Roberto Crosta, vice Segretario generale della Camera di Commercio veneziana. “Ma per sapere come si potrà, in concreto, intervenire” ha continuato Crosta “bisognerà aspettare di aver raccolto tutti gli elementi possibili”.

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