Paesaggi di transizione
10/03/2007
Inaugurata al Centro Culturale Candiani la mostra "Marcon. Paesaggi di transizione" organizzata in collaborazione con il Comune di Marcon e COSES di Venezia. Il progetto fotografico che ha per tema, appunto, il paesaggio è stato affidato a quattro fotografi che già avevano maturato esperienze significative nel riprendere lo spazio urbano: Primož Bizjak, Neva Gasparo, Fulvio Orsenigo, Giovanni Vio. Gli artisti hanno proposto distinti itinerari fotografici in grado di cogliere ciò che contraddistingue il "qui e ora" del comune di Marcon, un paesaggio che oscilla fra una dimensione ancora in parte agricola, segnata dalla presenza qualificante di due fiumi (Dese e Zero), e una dimensione caratterizzata invece dalle contraddizioni tipiche della contemporaneità con ampie aree dove si sono insediati rilevanti centri commerciali, attività produttive, e nelle quali si viene sviluppando un intensa attività residenziale in grado di poter accogliere un numero sempre crescente di nuovi residenti. Fra gli strumenti d’osservazione la fotografia continua a rivestire un ruolo primario, cogliendo le trasformazioni in atto, sia quelle che riguardano le conseguenze sul territorio delle grandi infrastrutture impattanti, sia la dimensione più contenuta, a misura d’uomo, data dal microcostruire familiare, dagli spazi di ritrovo, dalle aree verdi. Marcon rappresenta così un caso emblematico di trasformazione urbana che chiede nuovi strumenti di osservazione e nuove modalità di intervento e governo pubblico affinché si possa ritrovare un senso a quel che Eugenio Turri definiva lo sprawl padano che dal Monviso arriva alle lagune venete e friulane, la enlarged city megalopolitana “cresciuta senza forma e senza sentimento”. Il progetto nel suo insieme costituisce quindi una sorta di progetto pilota che fonde insieme osservazione, analisi e comunicazione territoriale, un progetto che potrebbe indicare la strada per ulteriori ricerche nell’area della provincia veneziana. Come ha giustamente osservato l’urbanista Francesco Finotto: “Mentre Venezia, unica città al mondo, è riuscita a respingere la modernità all’esterno della green belt lagunare, Marcon s’è nutrita e si nutre della contemporaneità, spinta oltre i margini. Non si comprende il paesaggio di Marcon se non si considera questo, come non si comprende il paesaggio del Veneto se non si tiene presente la singolarità di Venezia”.
Il progetto, a cura di Marina Dragotto (COSES) e Riccardo Caldura (Galleria Contemporaneo), è stato accompagnato da una pubblicazione dell’editore Cicero di Venezia, con testi, oltre che dei curatori, di Francesco Fiotto, di Flavia Schiavo, e con introduzioni di Isabella Scaramuzzi direttrice Coses, di Angelo Porcelluzzi assessore all’Urbanistica e Pier Antonio Tomasi sindaco di Marcon.
La mostra sarà visitabile fino al 25 marzo 2007 nei seguenti orari: da lunedì a venerdì 15.00 – 19.00 e sabato e domenica 10.00 – 13.00 e 15.00 – 19.00
Ingresso libero
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