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Immigrati: al via ingressi per 80mila lavoratori stagionali

11/03/2007
Scatta dalle ore 8,30 del 12 marzo il via libera alle domande per l’ingresso di 80mila lavoratori stagionali extracomunitari impegnati nell’edilizia, nel turismo e sopratutto nelle campagne dove gli stranieri rappresentano ormai il 13 per cento degli occupati. E’ quanto afferma la Coldiretti con riferimento alla pubblicazione nella Gazzetta del 12 marzo del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri relativo alle quote di ingresso per lavoro stagionale degli extracomunitari a valere per l’anno 2007, che interessa anche 2mila lavoratori che hanno partecipato a programmi di formazione nel Paese di origine. Gli ingressi riguardano - precisa la Coldiretti - i lavoratori stagionali non comunitari di Serbia, Montenegro, Bosnia-Herzegovina, ex Repubblica Yugoslava di Macedonia, Croazia, India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka e Ucraina, nonche’ di Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere accordi di cooperazione in materia migratoria come Tunisia, Albania, Marocco, Moldavia, Egitto ed i cittadini stranieri non comunitari titolari di permesso di soggiorno per lavoro subordinato stagionale negli anni 2004, 2005 o 2006. Il datore di lavoro può presentare la domanda attraverso le associazioni di categoria autorizzate ma è anche possibile fare domanda individuale su moduli scaricati da Internet www.interno.it da inviare con raccomandata semplice al Ministero dell'Interno, Dipartimento per le Liberta' Civili e l'Immigrazione, piazza del Viminale 00184 Roma. Sulla base della ripartizione territoriale effettuato dal Ministero della Solidarietà Sociale con la circolare N.6/2007 dell’8 marzo il maggior numero di autorizzazioni per lavoratori stagionali extracomunitari riguardano - riferisce la Coldiretti - l’Emilia Romagna (14000), il Veneto (10500), la Campania (8000), Puglia e Lazio (6000) e il Piemonte (5500). A seguire - continua la Coldiretti - Toscana (4000), Sicilia e Abruzzo (3500), Trento e Calabria (3000), Lombardia e Bolzano (2000), Marche (1500), Sardegna, Basilicata, Umbria, Friuli Venezia Giulia (1000), Liguria (800), Molise (500) e Valle d’Aosta (200) mentre 2000 restano disponibili al Ministero per eventuali esigenze territoriali. Gli occupati stranieri nelle campagne hanno raggiunto ormai il 13 per cento del totale e - sottolinea la Coldiretti - rappresentano una componente strutturale indispensabile in molti distretti produttivi per le produzioni alimentari di qualità del Made in Italy, dalle fragole al tabacco, dalla frutta alla vendemmia, dall'allevamento alla raccolta degli ortaggi. E da una corretta e tempestiva programmazione degli ingressi di lavoratori provenienti dall'estero può venire - precisa la Coldiretti - un contributo determinante alla crescita economica del Paese, ma anche alla lotta alla clandestinità e al lavoro nero. L’entità del contingente autorizzato, considerato che per i lavoratori rumeni impegnati in campagna non è più necessario il nullaosta al lavoro dopo l’ingresso dal 1 gennaio 2007 nell’Unione Europea, dovrebbe risultare adeguato - precisa la Coldiretti - alle esigenze del settore agricolo. La tempestività della pubblicazione del decreto flussi è stata essenziale per le attività agricole che devono fare i conti con la stagionalità delle produzioni che quest’anno, per gli effetti dei cambiamenti climatici, è anticipata in tutto il Paese. Si tratta di una necessità - sostiene la Coldiretti - per sostenere l’impegno della parte più sana ed economicamente attiva dell'imprenditoria agricola a perseguire percorsi di trasparenza e qualità del lavoro e per combattere inquietanti fenomeni malavitosi e di becero sfruttamento della manodopera, che gettano un'ombra pesante su un settore che ha invece scelto con decisione la strada della regolarità. Complessivamente, secondo l’ultimo rapporto Migrantes della Caritas, al quale ha collaborato la Coldiretti, sono quasi 125mila gli immigrati occupati regolarmente in agricoltura dove contribuiscono in modo strutturale e determinante all’economia agricola del Paese. Sono molti i "distretti agricoli" dove i lavoratori immigrati sono diventati indispensabili come nel caso della vendemmia in Piemonte, della raccolta delle fragole nel veronese, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell'uva in Piemonte, del tabacco in Umbria e Toscana o del pomodoro in Puglia. Del totale dei 124.532 lavoratori immigrati ben 84.384 (86 per cento) sono a tempo determinato mentre 17.540 (14 per cento) a tempo indeterminato. Circa un quarto dei lavoratori immigrati (24 per cento) proviene da Paesi neocomunitari, verso i quali si è verificato l’allargamento dell’Unione con la giusta decisione di apertura delle frontiere, mentre un ulteriore 38 per cento riguarda altri Paesi dell’est Europa. A trasferirsi in Italia per lavorare in agricoltura - conclude la Coldiretti - sono principalmente nell’ordine i polacchi (14 per cento), rumeni (14 per cento), albanesi e a sorpresa gli indiani (7 per cento) che trovano occupazione soprattutto negli allevamenti del nord per l’abilità nella cura delle mucche.







INGRESSI PER REGIONE DEI LAVORATORI STAGIONALI EXTRACOMUNITARI



Valle d'Aosta 200

Piemonte 5500

Lombardia 2000



Provincia di Trento 3000

Provincia di Bolzano 2000



Veneto 10500

Friuli Venezia Giulia 1000

Liguria 800

Emilia Romagna 14000

Toscana 4000

Marche 1500

Umbria 1000

Lazio 6000

Abruzzo 3500

Molise 500

Campania 8000

Puglia 6000

Basilicata 1000

Calabria 3000

Sicilia 3500

Sardegna 1000

RISERVA MINISTERO 2000

TOTALE 80000

Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Ministero della Solidarietà Sociale

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