Violenza sulle donne: leggi più severe
12/03/2007
E’ un quadro preoccupante, quello che emerge dal “I° Rapporto Istat sulla violenza ed i maltrattamenti contro le donne”: oltre 14 milioni di donne italiane hanno subito nel corso della vita violenze fisiche, sessuali o psicologiche. Peggio ancora: il 70% degli atti violenti sono stati compiuti dal proprio partner durante la relazione o nel periodo successivo alla separazione.
L’indagine, commissionata nel 2006 dal Ministro dei diritti e delle pari opportunità, Barbara Pollastrini, su un campione di donne d’età compresa fra i 16 ed i 70 anni, rileva che le donne vittime di violenza fisica o sessuale sono quasi otto milioni, circa sei invece, hanno subito dal compagno o dal marito, atteggiamenti vessatori, intimidazioni, tentativi di isolamento e ricatti di tipo economico. Accanto infatti, agli atti di violenza fisica compiuti dal partner (l’esser strattonata, tirata per i capelli, presa a schiaffi o costretta ad avere rapporti sessuali contro la propria volontà, i più frequenti secondo le rilevazioni Istat), il fenomeno risultato in crescita, è il cosiddetto “stalking”: l’insieme cioè degli atteggiamenti persecutori post-relazione, di cui sono vittime due milioni di donne. Quasi il 20% delle donne ascoltate infatti, sono spaventate dall’ex partner perché costrette a subire continue telefonate intimidatorie, sms insistenti, appostamenti fuori dall’ufficio o sotto casa, che nella maggior parte dei casi impediscono alla persona di vivere con serenità e sicurezza la propria quotidianità.
A fronte dell’indagine Istat, il Ministero dei Diritti e delle Pari Opportunità ha ritenuto necessario non solo proseguire con un programma di politiche di prevenzione a sostegno delle donne, ma punire in modo più severo chi commette atti di violenza. Per la prima volta, con il disegno di legge già varato dal Consiglio dei Ministri, anche lo “stalking”, al pari degli abusi fisici e sessuali, è perseguibile dalla legge. Il disegno di legge prevede infatti, una misura cautelare per interrompere gli atti persecutori e difendere le vittime: il giudice può imporre il divieto di avvicinamento alla persona offesa, e nel caso di violazione, disporre gli arresti domiciliari o la custodia cautelare in carcere per il molestatore.
L’indagine, commissionata nel 2006 dal Ministro dei diritti e delle pari opportunità, Barbara Pollastrini, su un campione di donne d’età compresa fra i 16 ed i 70 anni, rileva che le donne vittime di violenza fisica o sessuale sono quasi otto milioni, circa sei invece, hanno subito dal compagno o dal marito, atteggiamenti vessatori, intimidazioni, tentativi di isolamento e ricatti di tipo economico. Accanto infatti, agli atti di violenza fisica compiuti dal partner (l’esser strattonata, tirata per i capelli, presa a schiaffi o costretta ad avere rapporti sessuali contro la propria volontà, i più frequenti secondo le rilevazioni Istat), il fenomeno risultato in crescita, è il cosiddetto “stalking”: l’insieme cioè degli atteggiamenti persecutori post-relazione, di cui sono vittime due milioni di donne. Quasi il 20% delle donne ascoltate infatti, sono spaventate dall’ex partner perché costrette a subire continue telefonate intimidatorie, sms insistenti, appostamenti fuori dall’ufficio o sotto casa, che nella maggior parte dei casi impediscono alla persona di vivere con serenità e sicurezza la propria quotidianità.
A fronte dell’indagine Istat, il Ministero dei Diritti e delle Pari Opportunità ha ritenuto necessario non solo proseguire con un programma di politiche di prevenzione a sostegno delle donne, ma punire in modo più severo chi commette atti di violenza. Per la prima volta, con il disegno di legge già varato dal Consiglio dei Ministri, anche lo “stalking”, al pari degli abusi fisici e sessuali, è perseguibile dalla legge. Il disegno di legge prevede infatti, una misura cautelare per interrompere gli atti persecutori e difendere le vittime: il giudice può imporre il divieto di avvicinamento alla persona offesa, e nel caso di violazione, disporre gli arresti domiciliari o la custodia cautelare in carcere per il molestatore.
