Crisi idrica: i dati sulle piogge di un paese che cambia
Di grande interesse è il confronto fra gli andamenti piovosi degli anni 2000 e 2006: l’anno scorso, infatti, le precipitazioni sull’Italia sono state inferiori del 28% (da mm. 867,0 a mm. 620,8) rispetto a 6 anni prima; la punta minima si è registrata in Liguria con un -64%, ma significative differenze si registrano anche in Piemonte (-42%) e Trentino Alto Adige (-50%). Per converso, confrontando 2000 e 2006, piove di più in Calabria ( +41%) e Basilicata (+17%).
A fronte di tale andamento meteorologico, l’A.N.B.I. segnala, accanto ad un’annunciata crisi idrica nell’Italia settentrionale legata soprattutto allo scarso innevamento di questa stagione invernale, un meno conclamato, ma altrettanto preoccupante fenomeno di abbassamento delle falde acquifere, che rappresentano il 50% del patrimonio idrico nel bacino padano: la falda ipodermica (alimentata da precipitazioni ed irrigazioni) del fiume Po è attualmente inferiore ai livelli minimi estivi registrati negli ultimi 4 anni, ma gravi segnali di sofferenza si registrano anche nelle falde della Pedemontana veneta e del Friuli Venezia Giulia. Oltre alle piogge, fondamentale per il rimpinguamento della falda è la tanto discussa irrigazione a scorrimento; si calcola, ad esempio, che la sommersione di 100.000 ettari di risaie (l’area risicola tra Piemonte e Lombardia si estende su oltre 360.000 ettari) determini un incremento della falda pari a circa 150.000.000 di metri cubi d’acqua.