Allarme gelate nelle campagne in un momento così delicato
Le gelate in arrivo rischiano di colpire le colture, soprattutto quelle frutticole, in un momento particolarmente delicato. In questo periodo, infatti proprio grazie al caldo registrato durante l’inverno, molti frutti come pesche, nettarine e pere hanno anticipato la fioritura entrando nel momento critico della fase vegetativa. Se le temperature dovessero scendere al di sotto dello zero, il rischio - rileva Confagricoltura - è quello di perdere la maggior parte del raccolto.
Attualmente in campo ed in fase vegetativa avanzata vi sono più di 100.000 ettari di ortaggi ed oltre 300.000 ettari di frutta il cui valore complessivo è circa 6,5 miliardi di euro (pari al 60% del valore della produzione ortofrutticola totale).
Ad avviso dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, le alte temperature della stagione invernale hanno provocato una contrazione dei prezzi all’origine degli ortaggi dovuta soprattutto a tre fattori correlati:
- sovrapposizione dei calendari di commercializzazione dovuti a maturazione precoce degli ortaggi. Non c’è stata sufficiente scalarità dei raccolti, le colture sono maturate tutte quasi nello periodo creando eccesso di produzione;
- aumento delle importazioni dall’estero per completare il calendario di commercializzazione. Le clementine calabresi, che normalmente si raccolgono fino a fine gennaio, quest’anno hanno concluso le operazioni con venti giorni di anticipo. In questi giorni la distribuzione sta sopperendo alla mancanza di prodotto italiano con quello spagnolo;
- il caldo anomalo ha frenato i consumi di frutta e verdura invernale. Le abitudini alimentari dei consumatori italiani sono condizionate dal clima e se le temperature restano alte, difficilmente si è portati a consumare prodotti che associamo alla stagione invernale.
Carote, cavolfiori, finocchi, radicchio, lattuga hanno registrato cali dei prezzi all’origine mediamente del 16% rispetto al 2005/06.
Tutti gli agrumi hanno vissuto una campagna di commercializzazione da dimenticare con perdite dei ricavi aziendali che sfiorano il 18-20% rispetto alla passata stagione.
Da una prima analisi effettuata da Confagricoltura risulta che mediamente a causa dell’andamento climatico, nella campagna 2006/2007, il valore della produzione a prezzi di base dell’ ortofrutta italiana è scesa rispetto alla campagna 2005/2006, provocando una perdita complessiva di circa 300 milioni di euro, senza considerare, ovviamente, l’effetto delle possibili gelate di questi giorni..
Confagricoltura ricorda che in Italia si producono oltre 24 milioni di tonnellate di frutta e verdura per un valore di oltre 11 miliardi di euro.
Questa la mappatura delle colture più a rischio.
Al Sud potranno essere interessati dalla possibile ondata di freddo circa 90.000 ettari di ortaggi di pieno campo per una produzione stimabile di oltre 30 milioni di quintali ed un valore di 1,2 miliardi di euro.
A rischio poi circa 220.000 ettari di frutta tra agrumi, pesche e pere per una produzione complessiva di oltre 70 milioni di quintali ed un valore in campo che si aggira sui 3 miliardi di euro
Al Nord si teme per le produzioni orticole in pieno campo di circa 30.000 ettari, per una produzione di 10 milioni di quintali ed un valore complessivo di circa 0,8 miliardi di euro.
La frutta a rischio è valutabile in 95.000 ettari tra pere, albicocche, pesche e nettarine per una produzione potenziale di circa 25 milioni di quintali di frutta corrispondente ad un valore in campo di 1,3 miliardi di euro.
L’Italia esporta frutta e verdura per oltre 3 miliardi di euro. Un settore così importante richiede interventi efficaci per affrontare situazioni di crisi e per prevenire danni economici dagli effetti irreparabili.