Vinitaly - rintracciabilita' delle uve: occorre un decreto
04/04/2006
Proprio in vista del Vinitaly, che si aprirà a Verona giovedì 6 aprile, Piergiovanni Pistoni, Presidente della DOC Grave del Friuli lancia un appello agli amministratori che andranno al Governo del Paese. Non è infatti stato approvato per tempo, prima del rinnovo della legislatura, il Decreto ministeriale che doveva rendere obbligatoria la rintracciabilità delle uve DOC. Attualmente la materia è regolamentata da un decreto ormai obsoleto. "Per circa un anno – afferma Pistoni – abbiamo partecipato a diverse riunioni, anche assieme alla Regione che aveva sostenuto la vicenda, ma quando si è trattato di arrivare all'emanazione del relativo provvedimento del Ministero, si è conclusa la legislatura nazionale". Il problema che si è evidenziato è quello della disparità tra i Consorzi DOC del Friuli Venezia Giulia. Alcuni di essi infatti (Grave del Friuli, Isonzo e Collio) già da tempo hanno adottato il metodo della rintracciabilità delle uve: ovvero garantiscono i consumatori rispetto al fatto che i vini prodotti sui rispettivi territori sono realizzati con uve certificate e locali. Una garanzia non da poco per i consumatori. Mentre, nelle altre DOC, tutt'ora ciò non trova riscontro. C'è quindi un problema, secondo Pistoni, di disuguaglianza e di concorrenza. Collio, Grave del Friuli e Isonzo, già indicano sulle bottiglie dei loro produttori la provenienza delle uve, la loro rintracciabilità. Secondo Pistoni sarebbe opportuno, in attesa di un nuovo e definitivo Decreto ministeriale che assicuri certezze all'intera filiera di settore, che anche gli altri Consorzi DOC del Friuli Venezia Giulia si adeguassero alla rintracciabilità. Ciò andrebbe a loro vantaggio. Non solo, ma se ne avvantaggerebbe l'immagine complessiva del Vigneto regionale. Infatti, per esempio, la DOC Frascati ha adottato da tempo l'autocertificazione. A parte i costi tecnici iniziali, in seguito, la crescita del livello d'immagine ha consentito al Frascati di mantenere e di incrementare gli introiti grazie alla rinnovata immagine positiva della filiera enologica locale.
Carlo Morandini
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