Alcol e guida spericolata
29/03/2007
Due notizie, entrambe pubblicate dalla stampa locale, ci hanno spinto a scrivere queste righe. La prima è quella che riguarda l’iniziativa promossa dall’associazione Manuela : un uomo di 38 anni in carrozzella, a causa di un incidente stradale accaduto quando aveva 20 anni, stazionerà davanti alle maggiori discoteche venete, quale monito vivente a moderare l’uso di alcol, soprattutto quando si deve guidare. La seconda è rappresentata dai dati statistici degli incidenti stradali che hanno coinvolto ragazzi dai 15 a 29 anni nel 2006: 5 mila morti e 25 mila feriti. Dunque la realtà dei fatti e i dati statistici ci dicono che il problema è grave e che occorre, da subito, prendere posizione per tentare di ridurre questo stillicidio di giovani vite. Noi ci auguriamo che il provvedimento sull’abuso di alcol della Regione Veneto - attualmente congelato- sia licenziato al più presto e che anche quello in preparazione alla Camera sia adottato con urgenza. Ogni giorno che passa nuove vittime si potrebbero aggiungere al lungo elenco. Forse non si risolverà tutto, ma anche una sola giovane vita salvata è importante. Ma altri provvedimenti sono stati presi da alcune città –Pordenone, Venezia e Pisa : il divieto di vendere alcolici per asporto dopo una certa ora, esattamente dalle 20 - a Venezia dalle 21- alle 6 del mattino. Sappiamo che molti – alcune lobbys sono attivissime - tentano di contrastare questi provvedimenti anti-abuso di alcol, ma sono troppi i giovanissimi che muoiono o rimangono segnati per sempre da queste “pazzie” del fine settimana. Fa piacere sapere, ad esempio che la Società Autostrade ha deciso di non vendere alcolici nelle ore notturne negli Autogrill. Esaminiamo ora quali saranno i provvedimenti del disegno di legge governativo. Innanzitutto un giro di vite sui limiti di velocità, in secondo luogo un inasprimento delle sanzioni pecuniarie - anche se pensiamo che le multe non servano a molto – la sospensione della patente e l’aumento dei controlli sulle strade, ecc. C’è inoltre una proposta, avanzata dal ministro Melandri, che fa discutere: quella di istituire la figura del “guidatore astemio designato”, che verrebbe corredato dai gestori dei locali pubblici notturni di un braccialetto di riconoscimento. Questo cosiddetto “astemio” temporaneo sarebbe responsabile della sicurezza di guida dei suoi compagni di viaggio e naturalmente egli non potrebbe bere nel locale di divertimento o presentarsi alticcio all’appuntamento. E in questo caso sarà importante verificare la correttezza del gestore, che potrebbe anche non eseguire quei controlli necessari per risolvere il problema. Inoltre non c’è solo alcol che distrugge il fisico dei nostri ragazzi. Ci sono le droghe, che leggere o non leggere sono corresponsabili di molti incidenti e della salute dei giovanissimi e non solo. Ma servirà veramente tutto questo ? Ben conosciamo la fine di certi divieti, come quello del limite di velocità a 130 chilometri orari o quello di rispettare i semafori o gli stop o l’obbligo di allacciare le cinture o quello di portare il casco ecc. Purtroppo in alcuni giovani alberga tuttora il piacere della disobbedienza e quello della sottovalutazione del pericolo. Insomma quello che vogliamo dire è che anche se facciamo delle leggi adeguate, come sembrano essere i provvedimenti comunali, regionali e governativi, se non troviamo il mezzo per farli rispettare dagli automobilisti è tutta fatica sprecata. Insomma le leggi vanno fatte rispettare e i controlli delle forze dell’Ordine devono essere frequenti e dissuasori. Sta bene portarli, come da progetto, da 200 mila a 1 milione all’anno, ma bisognerà vedere se avremo le possibilità pratiche per attuarli veramente. E non crediate che siano poi tanti un milione di controlli previsti dal nuovo codice della strada. In Spagna i controlli sono 4 milioni e in Francia addirittura 7 milioni. Forse da noi non sarà mai possibile far stazionare davanti alle maggiori discoteche una vettura “deterrente” delle forze dell’ordine. Peccato, sarebbe utilissima. Tutti conosciamo la crisi, sopratutto economica, che sta attraversando la nostra forza pubblica. Ma ripensare ad una nuova politica istituzionale che imponga la limitazione dell’uso dell’alcol o al più simpatico motto “bere o guidare” non significa aver risolto il problema degli incidenti stradali dei giovanissimi. Occorre che anche la famiglia sia più responsabile, innanzitutto nel non concedere auto potenti ai figli ed in secondo luogo essa deve tornare ad essere il faro illuminante della educazione famigliare. E la scuola fa veramente tutto il possibile per inculcare il rispetto della vita ai ragazzi ? Sarebbe bene ricordare una frase detta da un diciannovenne padovano “pentito” dell’alcol e di altre sostanze “leggere”: non provate mai a farvi…e poi a fare qualche cazzata guidando.
Gianni Genghini