Insostenibilita’ della manovra sugli estimi
11/04/2007
“Si stanno calpestando i diritti dei contribuenti, seguendo solo l’obiettivo di massimizzare il gettito”. Così Federico Vecchioni e la Giunta di Confagricoltura giudicano la “scoperta” amarissima che gli agricoltori di quasi tutte le regioni d’Italia stanno facendo in questi giorni. L’obiettivo di allineamento dei dati catastali alle colture effettivamente praticate, previsto dalla legge n. 286/06, sulla base delle dichiarazioni dell’uso delle singole particelle presentate agli organismi pagatori per l’ottenimento dei contributi PAC – spiega Confagricoltura - è stato realizzato da parte dell’Agenzia del Territorio, con l’adozione di un meccanismo che, in molti casi, comporta l’attribuzione di nuove rendite derivanti da una riqualificazione delle colture “a tavolino” (es. da seminativo ad orto irriguo per il pomodoro da industria, da seminativo asciutto a seminativo irriguo per il mais) con la triplicazione o, addirittura, la quadruplicazione dei relativi redditi catastali. Il tutto comporta, per l’anno 2006, a valere dalle dichiarazioni dei redditi da presentare per il Mod 730, già dai prossimi giorni, la ulteriore conseguenza di dover dichiarare dei redditi che, se ritenuti illegittimi, come emerge dalle prime visure catastali già aggiornate, non possono essere contestati per mancanza dei tempi necessari per attivare un costruttivo contraddittorio con gli uffici del catasto.
“Il malumore degli agricoltori - afferma Vecchioni - non potrà che comportare un massiccio ricorso all’impugnazione degli atti davanti agli organi del contenzioso tributario, in netto contrasto con i tentativi di riduzione degli oneri amministrativi delle imprese”.
Un’operazione di questa portata, resa nota a pochi giorni dalla presentazione delle dichiarazioni fiscali e con effetto dal 1° gennaio 2006, secondo la Confagricoltura, è sindacabile sul piano della legittimità, in quanto retroattiva ed in contrasto con il principio del legittimo affidamento in base alle norme dello Statuto del contribuente.
“Ne consegue - conclude Vecchioni - la evidente impossibilità di dare una corretta attuazione al disposto normativo e, pertanto, la necessità di provvedimenti di rinvio degli effetti delle disposizioni al 1° gennaio 2008, sia per le imposte sui redditi che per l’ICI”.