39° Festival Internazionale del Teatro
Il festival, diretto da Maurizio Scaparro, intitolato Goldoni e il teatro nuovo, in programma a Venezia dal 18 al 29 luglio 2007, si svolgerà negli spazi all’aperto della città, dopo la felice esperienza dello scorso anno, nei teatri storici, negli spazi dell’Arsenale, aperti allo spettacolo dalla Biennale di Venezia, e nei luoghi messi a disposizione dall’Università Ca’ Foscari: Campo San Trovaso, Teatro Goldoni, Teatro dell’Avogaria, Teatro Piccolo Arsenale, Teatro alle Tese, Teatro Tese delle Vergini, Magazzini del Ferro, Auditorium Santa Margherita, Teatro Universitario “Giovanni Poli” a S. Marta.
Il 39. Festival Internazionale del Teatro ha in calendario un fittissimo programma di incontri e spettacoli, nati dalla volontà di suscitare nuove energie e nuova creatività nel confronto con la drammaturgia goldoniana. La Biennale di Venezia e il direttore del settore Teatro Maurizio Scaparro hanno infatti impegnato compagnie, registi, autori anche in un’opera di riscrittura, intesa nel senso più ampio, attorno a Goldoni, avviando progetti di respiro europeo, in collaborazione con teatri, festival, istituzioni nazionali e internazionali. Adattamenti, libere trascrizioni e novità assolute - sia che nascano dalla penna di drammaturghi e romanzieri o dalla visione di un regista - caratterizzano la maggior parte degli spettacoli del festival.
Dal panorama vitalissimo, di graffiante attualità, della narrativa contemporanea, ma anche dalla musicalità della parola della canzone d’autore, proviene un trittico di scrittori di successo, tutti di area veneta e ugualmente impegnati nella rilettura del commediografo veneziano: Tiziano Scarpa, Giancarlo Marinelli e Marco Ongaro. Anche Giuseppe Genna, che riscrive La bottega del caffè per la giovane compagnia Band à Part, ispirandosi non solo all’originale goldoniano ma anche al celebre rifacimento di Fassbinder, appartiene principalmente al campo della narrativa.
Nell’ambito della scrittura più squisitamente drammaturgica, spiccano i nomi della ventiseienne Letizia Russo, impegnata dal Nuovo Teatro Nuovo di Napoli nell’adattamento del Feudatario di Goldoni; di Enzo Moscato, che per il festival della Biennale compone la sua originalissima partitura linguistica e teatrale, Le doglianze degli attori a maschera, un libero omaggio a Goldoni, prodotto dal Teatro Stabile di Napoli - Teatro Mercadante.
E sempre alla scrittura teatrale tout court appartiene il progetto europeo Goldoni Terminus, che fa convergere attorno al nome del commediografo identità, lingue e culture diverse attraverso tre drammaturghi provenienti da differenti Paesi (Edoardo Erba dall’Italia, Rui Zink dal Portogallo, Tena Štivičič dalla Croati), e un gruppo di nove attori guidati da un unico regista, Toni Cafiero.
Dalle commedie ai canovacci al “romanzo” teatrale: è la studiosa e traduttrice Ginette Herry ad adattare per il palcoscenico la trilogia goldoniana Zelinda et Lindoro di cui Jean-Claude Berutti cura la regia, con la compagnia della Comédie de Saint-Étienne. Ai Mémoires attinge invece la penna lieve di Pietro Favari insieme a un mattatore della scena come Maurizio Micheli per Monsieur Goldoni, rievocazione degli incontri con illustri personaggi come Diderot, Voltaire, Jean Jacques Rousseau, negli anni del suo esilio francese. Mentre la comicità surreale di Alessandro Fullin, “famosa archeologa” della trasmissione televisiva Zelig Circus, sfoga la sua verve ispirandosi alla figura della servetta di tante commedie goldoniane, moltiplicandola per tre e immaginandole, però, al seguito di Goldoni ne Le serve di casa Goldoni. Anche Marcello Scuderi, nel suo 2037 Atelier Goldoni, attinge a varie commedie goldoniane immaginandone non troppo irrealisticamente la scomparsa grazie all’auditel entrato in biblioteca, che elimina automaticamente quei testi non troppo richiesti.
Da quello che poi oggi si definirebbe un cult del teatro goldoniano, Arlecchino servitore di due padroni, nasce l’adattamento di Andrea Paciotto, Jovan Cirilov, e Susanne Winnaker.
La scrittura registica, infine, è protagonista, di alcuni degli spettacoli di maggiore importanza di questo festival. La famiglia dell’antiquario porta il segno forte di Lluis Pasqual, uno dei maggiori registi europei, e di un cast di attori guidato da Eros Pagni, complice l’alleanza di due Stabili, quello del Veneto e quello di Genova, che all’opera di Goldoni e alla sua riscoperta dedicano da anni le loro energie; Il Teatro comico, splendido esempio di teatro nel teatro, oltre che manifesto della nuova commedia goldoniana, verrà riproposto dal regista Marco Bernardi con il suo collaudato gruppo di attori dello Stabile di Bolzano, fra cui Patrizia Milani, Carlo Simoni, Alvise Battain; una formazione di notevole importanza, capeggiata da Pamela Villoresi ed Elisabetta Valgoi, fa da corona alla lettura de La pupilla di Giuseppe Argirò. Un’altra grande figura del teatro italiano, Giulio Bosetti, interprete di tante commedie goldoniane, affronta alla Biennale, per la prima volta, un capolavoro come Sior Todero Brontolon, diretto da Giuseppe Emiliani. E ancora, un celeberrimo e frequentatissimo testo goldoniano, La vedova scaltra passa attraverso il filtro irriverente della geniale Lina Wertmüller, interprete Raffaella Azim. Un posto a parte ha lo spettacolo di Giorgio Ferrara, regista e direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi, interpretato da Jean-Claude Penchenat – attore e regista nato in seno al mitico Théâtre du Soleil, poi fondatore del Théâtre du Campagnol – e da 12 attori francesi, dal titolo Goldoni Strehler. Mémoires pour servir l’histoire de ma vie et de mon théâtre, volendo con questo rendere anche omaggio ai 60 anni di vita del Piccolo Teatro di Milano e ricordare uno dei traguardi sognati dal grande artista Giorgio Strehler.
Infine, dallo storico Teatro Katona, il regista Gábor Zsámbéki porta in scena un insolito testo goldoniano, La guerra, scelto per aprire il 39. Festival Internazionale del Teatro nel significativo rapporto tra teatro e giovani.
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