Forum sulla Competitivita’
13/04/2007
Dal 1990 al 2003 il Veneto ha registrato un aumento del traffico automobilistico leggero del 61%, passando da 164 mila veicoli al giorno a 265 mila e di quello pesante del 102%, passando da 122 mila veicoli al giorno a 246 mila, dato che nello stesso periodo raddoppia se riferito al traffico autostradale della A4 Venezia-Trieste, facendo registrare un aumento del 208%. Due i motivi di tale incremento: lo sviluppo industriale diffuso del Veneto, che ha interessato anche la rete stradale di 2° livello e l’apertura dei mercati dell’Est europeo. Un trand di crescita questo destinato a continuare e per il quale la Regione intende operare lungo due indirizzi: da un lato dividendo lungo direttrici diverse il traffico locale da quello di attraversamento, dall’altro cercando per quanto possibile di dirottare su rotaia il traffico pendolare. Ecco quindi il potenziamento di alcuni assi stradali nella logica dei corridoi europei 1 e 5 e di quello cosiddetto Adriatico-Tirrenico, la costruzione del Passante di Mestre, il completamento della Pedemontana e la realizzazione della Nogara mare, nonché la realizzazione dell’area regionale centrale del SFMR. Ma se con questi interventi si è in grado di rispondere ad alcune criticità infrastrutturali regionali, il rischio che si affaccia è quello che riguarda lo snodo di Mestre, dove con il completamento del Passante, se non si interviene con la realizzazione della terza corsia sulla Venezia-Trieste, di fatto il problema del congestionamento si sposterà di una decina di chilometri alla barriera di Quarto d’Altino. Questo il quadro tracciato a Verona nel corso della tavola rotonda “Infrastrutture e Logistica” organizzata dalla Regione del Veneto nell’ambito del Forum sulla competitività e alla quale oltre all’Assessore regionale alle politiche dell’economia e ai Segretari Regionali alla programmazione e all’infrastrutture e mobilità, sono intervenuti i rappresentanti della Confindustria, della CNA del Veneto, della Confartigianato, della UIL, dell’AGCI Veneto e dei Sistemi territoriali SpA.. Di fronte a questa realtà infrastrutturale, che costringerà il Veneto ad operare comunque in situazione emergenziale, visti gli aumenti costanti dei volumi di traffico, ci si è chiesti come sia possibile trarne dei benefici. La risposta, è stato sottolineato, potrebbe essere quella che le risorse generate dai pedaggi del traffico a pagamento rimangano in Veneto per essere utilizzate in interventi infrastrutturali, soprattutto sulla rete stradale di 2° livello. Nell’introdurre la Tavola rotonda l’assessore regionale, dopo aver ribadito che uno degli aspetti di maggior criticità individuabile nel nostro sistema sta nella pesante congestione dei trasporti e nelle conseguenti difficoltà di accesso alle grandi aree urbane, nella qualità della vita, nelle condizioni generali ambientali e di inquinamento, ha sottolineato che di non minor importanza è l’esigenza di aumentare l’accesso alle informazioni e l’utilizzo di infrastrutture immateriali per la fruizione di servizi ad elevato valore aggiunto in quanto il digital divide può diventare fattore di rischio per la crescita del nostro sistema. In questo il Veneto, ha sottolineato, paga un certo gap negativo a causa del ritardo nell’adeguamento infrastrutturale, al quale la Regione del Veneto intende dare una risposta con la diffusione della banda larga, garantendo la copertura dell’intero territorio regionale indipendentemente dalle logiche di mercato.