In Veneto nuove realta’ lavorative da casa
Le prime due attività, in fase di sperimentazione per tutto il 2007, prenderanno il via nella Camera di Commercio di Belluno e nel CPV – Centro Produttività Veneto di Vicenza, coinvolgendo in tutto cinque neo-mamme che grazie ad un computer portatile, per quanto riguarda l’ente camerale, e ad una vera e propria postazione lavorativa allestita in casa per Vicenza, potranno riprendere a lavorare anticipatamente dalla propria abitazione senza penalizzare eccessivamente il proprio percorso di carriera, e ancor più importante, senza rinunciare al ruolo di madre. La terza iniziativa riguarda invece un’amministrazione pubblica, in particolare il Comune di Spinea, nel veneziano, che con sette dipendenti coinvolti darà vita ad un modello di lavoro flessibile, di gruppo e di gestione dei turni in grado di estendere fino a 49 settimanali, compreso il sabato, l’orario di apertura dello sportello URP- Ufficio Relazioni con il Pubblico, un servizio molto richiesto dai cittadini del territorio.
“L’attività di telelavoro permette di rispondere alle esigenze delle donne madri-lavoratrici in una logica non di beneficenza, ma di effettivi risultati in termini di produttività per l’azienda. Sicuramente i costi d’avvio per attrezzare la postazione a casa del lavoratore o adeguare il sistema operativo e di telefonia dell’ufficio sono corposi, ma nel corso del tempo vengono ammortizzati dalla crescente produttività”, ha spiegato Roberto Crosta, vice segretario della Camera di Commercio veneziana, in occasione della firma dei protocolli d’intesa siglata nella sede camerale di Mestre con i soggetti coinvolti nella sperimentazione (vale a dire Antonio Girardi per il CPV di Vicenza, Carlo Argenti della CCIAA di Belluno e Claudio Tessari, sindaco di Spinea).
Secondo i dati elaborati dall’Unità Studi e Informazione Economica dell’ente camerale di Venezia, nel 2006 sul territorio veneziano le forze lavoro femminili (cioè le donne occupate e quelle in cerca di lavoro) hanno raggiunto le 151mila unità, di queste circa 139mila sono occupate: un numero che registra il costante aumento sia del tasso di attività femminile (54,7% dello scorso anno contro il 53,1% del 2004), sia il tasso di occupazione, che nel 2006 ha superato la soglia del 50%. Queste cifre però, seppur confortanti, non sono in linea con gli standard fissati dall’Unione Europea, che prevedono per l’occupazione femminile il raggiungimento del 60% nel 2010; ecco che, per allinearci con le altre nazioni, sono salutate con entusiasmo sia nel pubblico che nel privato, le nuove realtà lavorative in grado di cogliere le istanze delle donne-madri e perché no, dei neo-padri, in una logica che tutela anche la produttività aziendale.
F.D.V.
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