Aumento degli estimi catastali: amarissima sorpresa
Per capire il problema Confagricoltura Belluno chiarisce che l’Agenzia del Territorio, ha adottato un meccanismo che riallinea i dati catastali alle colture effettivamente praticate. Tale meccanismo è previsto dalla legge n. 286/06, che utilizza come base di calcolo le dichiarazioni dell’uso delle singole particelle presentate agli organismi pagatori per l’ottenimento dei contributi PAC .
In molti casi ciò comporta l’attribuzione di nuove rendite derivanti da una riqualificazione delle colture “a tavolino” (es. da prato a seminativo con aumenti considerevoli. Questi aumenti preoccupano non poco gli agricoltori in quanto gli stessi comportano l’aumento dall’anno 2006 e che , pertanto dovranno essere utilizzati per le dichiarazioni dei redditi da presentare per il Mod 730.
Inoltre, spiega il direttore della Confagricoltura Belluno Edoardo Comiotto, le nuove rendite creano alle aziende ulteriori complicazioni ed incombenze e costi burocratici. “ Si pensi che in alcuni casi la stessa particella catastale ha assunto più rendite e pertanto ai fini non solo delle dichiarazione dei redditi, ma anche della gestione colturale le aziende dovranno provvedere alle variazioni imposte d’ufficio. Se già precedentemente la gestione dei “fascicoli aziendali” era defatigante, in quanto nella nostra provincia esiste una frammentazione fondiaria notevole, dover rimettere mano alla consistenza aziendale delle aziende con più particelle diventerà un’operazione che impegnerà intere settimane!”
Comiotto segnala che nel caso del prato avvicendato la coltura varia di anno in anno, alcune particelle sono poi oggetto di frazionamenti o di coltivazioni che possono essere solo su una porzione della particella, etc.
In considerazione di quanto sopra per il Presidente Donazzolo urge un intervento di rinvio del provvedimento , da parte dei Ministri competenti, che permetta agli agricoltori di adempiere a quanto prescritto e di presentare eventuale istanza di revisione per errori di attribuzione delle rendite.
Per Donazzolo “Non siamo evasori, le nostre terre ed i nostri redditi sono alla luce del sole, aggravare ulteriormente con il carico fiscale gli oneri alle nostre aziende, significa indebolire ancor più una categoria di imprenditori che caparbiamente cercano di produrre reddito e fornire occupazione anche in aree difficili e svantaggiate come le aree montane.
Se qualche dirigente pubblico o politico vuole realmente capire quanto rende il terreno agricolo, venga a lavorare nelle nostre aziende e comprenderà che lavorare la terra costa molta fatica e dà redditi molto contenuti!”
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