Campionato europeo Uem Endurance Vintage Cup moto d’epoca
16/04/2007
E’ l’equipe composta dal bolognese Gianluca Solazzo e dal fiorentino Paride Tirelli ad aggiudicarsi l’assoluta nella Tre ore del Polesine, valida come prima prova del campionato europeo Uem Endurance Vintage Cup per moto d’epoca. I due, in sella a una Ducati 1200, hanno preceduto sul traguardo il team spagnolo di Mario Salmeron con l’italiano Mauro Abbadini. Tra le 750 hanno la meglio i piemontesi Fabio Margotti e Andrea Camerini su Honda, mentre tra le 500 prevalgono i milanesi Federico Mannheimer e Andrea Simonetti, sempre alfieri del marchio giapponese.
Nella gara sprint Vintage 1 prevale il tedesco Julius Ilmberger (Bmw), anche se sono degne di nota le prestazioni del padovano Oreste Zaccarelli (Moto Guzzi) e del romagnolo Duilio Damiani (Honda) che si aggiudicano rispettivamente le classi Sport 750 e Gp 500 Classiche. A Ilmberger è andato anche il trofeo Special Alpe Adria.
Nella Vintage 2 esce vincitore il cesenate Ivan Soppelsa (Suzuki) che si afferma anche nella graduatoria Maxi Moto. Tra le Gp 500 Epoca, invece, indossa la corona del vincitore un altro romagnolo, Alberto Peruzzi (Ducati).
Tra le Elettriche si afferma a sorpresa il giovane Matteo Cesarini che ha la meglio sul favorito della vigilia Luciano Betti. Tra i sidecar arriva primo l’equipaggio formato dai triestini Adriano Fragiacomo e Mirella Lampis. Nelle gare di regolarità sono molti i piloti stranieri ad ottenere il primato come l’esperto slovacco Peter Balaz (Jawa) primo nella 250 o il “solito” Ilmberger vincitore nella Regularity B. Da segnalare l’assoluta nella Regularity A del toscano Alberto Peruzzi.
Molta curiosità per le moto esposte nel paddock, dove facevano bella mostra di sé pezzi anche molto rari come due Morbidelli 80 e 125 Gp perfettamente restaurate o una Motobi Sport Special degli anni ’60. Splendide e perfettamente conservate le Yamaha portate dal collezionista bolognese Pierluigi Poggi che, tra gli altri, ha ricevuto un riconoscimento speciale da Massimo Mita, presidente della commissione nazionale Moto d’Epoca della Federazione Motociclistica Italiana (Fmi). Assolutamente sbalorditiva, infine, l’esibizione in pista di una rarissima Benelli 4 Cilindri 500 Gp dei primi anni ’70: una moto del genere era da moltissimo tempo che non girava in un autodromo.
Adria International Raceway
Ufficio Stampa – Nicola Chiarini
Nella gara sprint Vintage 1 prevale il tedesco Julius Ilmberger (Bmw), anche se sono degne di nota le prestazioni del padovano Oreste Zaccarelli (Moto Guzzi) e del romagnolo Duilio Damiani (Honda) che si aggiudicano rispettivamente le classi Sport 750 e Gp 500 Classiche. A Ilmberger è andato anche il trofeo Special Alpe Adria.
Nella Vintage 2 esce vincitore il cesenate Ivan Soppelsa (Suzuki) che si afferma anche nella graduatoria Maxi Moto. Tra le Gp 500 Epoca, invece, indossa la corona del vincitore un altro romagnolo, Alberto Peruzzi (Ducati).
Tra le Elettriche si afferma a sorpresa il giovane Matteo Cesarini che ha la meglio sul favorito della vigilia Luciano Betti. Tra i sidecar arriva primo l’equipaggio formato dai triestini Adriano Fragiacomo e Mirella Lampis. Nelle gare di regolarità sono molti i piloti stranieri ad ottenere il primato come l’esperto slovacco Peter Balaz (Jawa) primo nella 250 o il “solito” Ilmberger vincitore nella Regularity B. Da segnalare l’assoluta nella Regularity A del toscano Alberto Peruzzi.
Molta curiosità per le moto esposte nel paddock, dove facevano bella mostra di sé pezzi anche molto rari come due Morbidelli 80 e 125 Gp perfettamente restaurate o una Motobi Sport Special degli anni ’60. Splendide e perfettamente conservate le Yamaha portate dal collezionista bolognese Pierluigi Poggi che, tra gli altri, ha ricevuto un riconoscimento speciale da Massimo Mita, presidente della commissione nazionale Moto d’Epoca della Federazione Motociclistica Italiana (Fmi). Assolutamente sbalorditiva, infine, l’esibizione in pista di una rarissima Benelli 4 Cilindri 500 Gp dei primi anni ’70: una moto del genere era da moltissimo tempo che non girava in un autodromo.
Adria International Raceway
Ufficio Stampa – Nicola Chiarini
