Venezia e i cambiamenti del clima
La nuova commissione di esperti, presentata a Venezia nella sede di Corila e di cui fa parte anche Franco Prodi, direttore dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR, nonché fratello dell’attuale Presidente del Consiglio, intende fornire un quadro scientifico sulla realtà locale veneziana inserendola in un contesto più ampio, che è quello del Mare Mediterraneo e dell’Adriatico, di cui poco ancora si sa rispetto ad altri mari ed oceani, studiati invece a livello mondiale con più attenzione.
“Non è vero che gli esperti sanno già tutto e che gli scenari sul futuro di Venezia sono già stati scritti Il nostro obiettivo è quello di portare alla comunità scientifica europea un report annuale di dati e di ricerche, che riduca quanto più è possibile, la forbice delle incertezze legate all’ecosistema lagunare”, ha spiegato Pierpaolo Campostrini, direttore di Corila, in occasione del primo incontro fra gli otto membri della nuova commissione (di cui fanno parte Laura Carbognin dell’Istituto Scienze Marine del CNR, Paolo Cescon e Alberto Tomasin dell’Università Ca’Foscari di Venezia, Vincenzo Ferrara per ENEA, Piero Lionello dell’Università di Lecce, Franco Prodi, Antonio Speranza per l’Università di Camerino e Alfonso Sutera della Sapienza di Roma).
“Le ricerche scientifiche ad oggi ci dicono con certezza quali sono le tendenze a livello globale, cioè che il livello del mare è in progressiva crescita per lo scioglimento dei ghiacciai e che la temperatura è destinata ad aumentare. Da qui, si può ipotizzare che fra cento anni il livello del mare salirà di circa 50 centimetri e avremmo un paio di gradi in più, ma è un’esagerazione pensare che nel 2107 Venezia sarà sommersa, anche perché non c’è alcuna evidenza scientifica sull’intensificazione delle mareggiate di cui tanto si parla - ha dichiarato Piero Lionello, ricercatore a Lecce, spazzando via l’ipotesi che a breve la città considerata come la più bella al mondo, possa scomparire inghiottita dalle acque del mare – Ciò non toglie che chi oggi amministra le città a ridosso del mare, e dunque a rischio, ha il difficile compito di proseguire con le scelte operative a tutela delle città stesse, sulla base degli orientamenti che la ricerca scientifica fornisce”.
La nuova equipe infine, pone fra i suoi obiettivi primari quello di precisare alcune questioni sui cui troppo spesso, i cosiddetti esperti, non forniscono un’informazione corretta. Fra queste ad esempio, c’è il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai, prima causa dell’innalzamento del livello del mare: “Qualche studioso parla già di scioglimento dell’Antartide senza che vi sia un’evidenza scientifica alla base – ha concluso Antonio Speranza dell’Università di Camerino – pertanto è soltanto un’ipotesi affermare che i mari si innalzeranno di otto-nove metri, causando così la scomparsa di Venezia”.
F.D.V.