Un no secco e inappellabile quello all’ Heineken Festival, l’evento musicale e di spettacolo dell’anno in arrivo a Mestre, direttamente sul nuovo Parco di San Giuliano, giovedì 14 giugno. Le associazioni ambientaliste e animaliste del veneziano non ci stanno proprio all’utilizzo di un parco urbano molto frequentato dai cittadini a ridosso della Laguna di Venezia ed area in cui trovano “casa” particolari specie di uccelli e oltre seicento amici a quattro zampe, all’interno del “Rifugio del Cane”.

L’elenco delle motivazioni per dire no al concerto rock, e reso noto da un coordinamento formato dalle sezioni veneziane di Lipu, WWF, Lav, Enpa e la neo Associazione Canili del Veneto, insieme ad Astea - Associazione Salvaguardia Tutela Educazione Ambientali e ad un Comitato di Cittadini, è davvero corposo: inquinamento acustico e luminoso, danneggiamento della flora e della fauna del Parco, vale a dire pericolo per gli oltre seicento cani ospiti del “Rifugio del cane”, per gli uccelli che lì vi nidificano e per le piante arbustive ed erbacee, che con probabilità dovranno essere riseminate, in più traffico urbano in difficoltà per via delle limitazioni che scatteranno in quel wek-end di giugno, con un peggioramento dell’aria che si respira.

A tutto questo, che per le associazioni è già la conferma che il Parco di San Giuliano non è la location adatta ad una manifestazione rock di tale portata, vanno a sommarsi alcune questioni più politiche, legate al metodo con cui l’intera vicenda è stata condotta dall’Amministrazione Comunale e portata avanti, in prima persona, dal presidente della Municipalità di Mestre-Carpenedo.

“Contestiamo che un’iniziativa così grande per la città non sia stata condivisa in fase di valutazione, non solo con i cittadini che sono i primi ad esserne coinvolti, ma ancor più grave con i rappresentanti politici – fa spere Pierluigi Gueli di Enpa Venezia, portavoce del coordinamento – il Consiglio Comunale non è mai stato interpellato e fino ad oggi risulta esserci stato un solo passaggio in Giunta, un atto d’indirizzo, che non si è concretizzato in un provvedimento formale e del quale pertanto non c’è traccia, almeno questo è stato l’esito della richiesta d’accesso agli atti fatta in prima persona”.

Se infatti, dicono le associazioni, ci fosse stata una delibera o di fronte ad una documentazione completa da parte dell’amministrazione, il coordinamento avrebbe potuto procedere in un altro modo, facendo fare per conto proprio delle valutazioni tecniche sulla compatibilità del Parco con l’inquinamento acustico e luminoso, in modo da discutere insieme su un’altra possibile area ove collocare il concerto e le oltre duecentomila persone previste in arrivo.

“Non è possibile che ad un mese e mezzo dall’evento, non ci sia ancora la stesura di una Valutazione di Incidenza Ambientale relativa all’evento del Festival, come è richiesto per legge visto che il Parco confine con la laguna di Venezia, definita Zona di Protezione Speciale – hanno dichiarato i rappresentanti del mondo ambientalista e animalista – oppure, ancor più grave, che questa valutazione sembra sia stata affidata allo stesso ente organizzatore”.

A nulla perciò sono servite le rassicurazioni di Massimo Venturini, presidente della Municipalità di Mestre-Carpenedo, sulla fornitura di barriere fonoassorbenti per gli animali, contestate dal coordinamento per l’inefficacia, e sulla garanzia fideiussoria di ben 10 milioni di euro da parte degli organizzatori. La battaglia va avanti, mentre i biglietti continuano a vendersi.

Francesca Delle Vedove