Lettera da Confartigianato Trasporti al Prefetto di Venezia
Il corridoio 5 Kiew-Madrid passa per il territorio italiano e per Venezia, promettendo quindi di convogliare sul nostro mercato una gran massa di lavoro e di opportunità di affari. Ma questo non verrà in automatico, l’aver tracciato un segno rosso sulla carta geografica, con la possibilità di accedere ai finanziamenti europei per le infrastrutture, non saranno sufficienti se non daremo certezze ai nostri imprenditori.
Non sarà un cartello stradale che indica di dirigersi verso Venezia a mantenere vivo il corridoio 5, ma delle infrastrutture adeguate che darebbero la possibilità e la fiducia ai nostri imprenditori di attuare delle sinergie per gestire e non solo far passare le merci. Sta nella sosta, nello smistamento e trasformazione delle merci il valore aggiunto da intercettare come sistema economico del Nordest. Altrimenti ci resta solo il PM10, il fumo dei camion, l’usura delle strade e le spese per ripristinare i danni da incidenti.
Abbiamo per le mani una grossa opportunità che potrebbe però trasformarsi in un pericoloso boomerang.
Gli Stati del nord Europa stanno aspettando un nostro passo falso e intanto costruiscono infrastrutture che alla fine saranno quelle che imprenditorialmente attireranno i traffici (dati diffusi dal Ministero: nell’ultimo ventennio l’Italia ha creato 7.900 km di strade contro una media dei nostri partners europea di 74.000 ). Non solo Venezia, non solo il Veneto ma tutta l’Italia ha bisogno che il traffico sul nodo di Mestre venga fluidificato, ma in tempi non brevi, brevissimi.
Il tirare avanti, il monitorare, il costituire infinite commissioni, crea sempre di più un divario tra noi che rimaniamo fermi e gli altri competitors che invece corrono. Come la Spagna ad esempio, che ha fatto delle infrastrutture la sua principale arma di sviluppo candidandosi di fatto a piattaforma logistica europea sul Mediterraneo.
La sperimentazione del transito dei Tir su due corsie in tangenziale, deve essere fatta, ma non per affossarla, ma con la convinzione che deve riuscire; ed è per questo che non deve essere tralasciata nessuna delle precauzioni che da tempo dichiariamo essere necessarie per la buona riuscita e che Le riassumiamo:
• la velocità nelle tre corsie deve essere uguale per agevolare eventuali cambi di corsia (se nelle due corsie di destra a velocità consentita è di 40 Km/ora e sulla terza è di 80 Km/ora l’automobilista farà di tutto per passare in fretta dalla prima alla terza magari per ritornare nella prima e uscire 3 km più avanti).
• Autovelox su tutte le corsie: oggi in tangenziale sulla terza corsia venendo dalla A4 c’è il divieto di 50 e poi 80, beh tutta la colonna si muove ad una velocità oltre i 100 Km/ora.
• Distanza minima tra i mezzi 5 metri in tutte e tre le corsie, con dei segnali del tipo “occhi di gatto”, già utilizzati per la nebbia, per far si che i 50 metri siano effettivi non 20 per qualcuno e 150 per qualche altro.
• Immissioni, in caso di traffico continuo, un solo veicolo ogni due in transito. Se tra due camion si immettono tre macchine è ovvio che il camion deve frenare creando una situazione di pericolo.
• Creare una segnaletica adeguata con dei grandi cartelloni che spiegano in maniera chiara le modalità di transito in tangenziale. I cartelloni devono essere ripetuti anche nelle principali lingue straniere degli autisti che si pensa transitino. Naturalmente questo vale sia per i camion che per le macchine.
• Naturalmente nelle ore notturne i divieti di velocità possono essere alzati ad esempio dalle 22.00 alle 6.00 la velocità massima consentita potrebbe essere di 70-80 km orari.
Un discorso a parte deve essere fatto per le aree di sosta. Bisogna agire immediatamente per potenziare in entrambe le direzioni i parcheggi alla Bazzera. Entrambi hanno terreno disponibile attorno ed in particolare quello in direzione Trieste, ha spazio gia dentro l’autostrada. Basta solo un po’ di buona volontà e al massimo in una settimana, potrebbe essere agibile salvo apportarci successivamente tutte le migliorie dovute.
L’area di sosta è un elemento troppo spesso tralasciato ma molto importante: l’autista stanco come quello che ha finito le ore ammesse di guida, potrebbero fermarsi senza rischiare un incidente o il ritiro della patente. Inoltre si risolverebbe un secondo pericolo: si libererebbero le corsie di accelerazione e decelerazione dell’area di servizio, oggi piene di camion che non sanno dove mettersi, consentendo ai mezzi sia la decelerazione che l’accelerazione in sicurezza evitando pericolose immissioni o uscite nella corsia di marcia.
Danilo Vendrame Confartigianato Trasporti del Veneto
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