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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Crisi idrica: il Sud risponde meglio del Nord

27/04/2007
Pur in una situazione di acclarati cambiamenti climatici e di minori piogge sull’intero territorio nazionale, i dati evidenziano come le “sitibonde” regioni meridionali ed insulari siano oggi in grado di rispondere meglio alla difficile congiuntura idrica: ad affermarlo è l’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, che segnala come, allo stato attuale, gli invasi in questione evidenzino quantità idriche pari al 68,9% della capacità complessiva (Abruzzo 22%; Campania, Puglia, Basilicata 78%; Sicilia 65%; Sardegna 63%).

“E’ la conferma – dichiara Massimo Gargano, Presidente A.N.B.I. – di quanto stiamo, con forza, sostenendo: la necessità di un Piano degli Invasi anche per l’Italia centro-settentrionale, da concertare con le realtà del territorio; accanto all’ampliamento di serbatoi già esistenti, stiamo pensando a piccoli bacini in pianura o collina, al recupero di cave abbandonate, alla creazione di casse di espansione lungo i fiumi dove poter abbinare funzioni ambientali e di prevenzione idrogeologica. L’acqua è ormai un bene talmente prezioso, che deve essere “raccolto” quando arriva per essere utilizzato nei momenti di necessità. L’esperienza centro-meridionale ed insulare dimostra che la programmazione, avviata negli anni ’50 con la realizzazione di numerosi invasi, fu una scelta obbligata, ma vincente.”

La “serie storica” del riempimento degli invasi dimostra come Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna siano attrezzate per trattenere le acque piovane in quantità tale da rispondere, attraverso una gestione oculata della risorsa, anche ad esigenze idriche pluriennali. La più recente stagione siccitosa risale al 2002; da allora la possibilità di raccogliere l’acqua piovana ha garantito adeguate scorte idriche.

Ben diversa è la situazione nel Nord Italia, dove il bacino del fiume Po dipende dagli afflussi dai grandi laghi, la cui situazione permane allarmante: l’altezza idrometrica del lago di Garda è scesa a cm. 52,4 ,indicativamente la metà della media stagionale; il lago Maggiore segna, addirittura, cm. -9,5 sullo zero idrometrico. Guardando a monte dei grandi laghi, la situazione non è più confortante: nei bacini afferenti al lago Maggiore, al 31 marzo scorso, era raccolta acqua pari al 25,8% della capacità complessiva; analoga percentuale (25,5%) per quanto riguarda, al 15 aprile scorso, i serbatoi alpini a nord del lago di Como.

Il livello del fiume Po, al rilevamento di Pontelagoscuro, continua a scendere: la portata è ora pari a 455 metri cubi al secondo; il 25 aprile era pari a mc./sec. 458.



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