La Carta dei Suoli del Veneto
Il Veneto presenta infatti, un suolo molto diversificato che varia i suoi componenti ed il livello di inquinamento naturale, a seconda che ci si trovi sulle zone montane, in pianura o nelle aree vicino al mare, da qui la necessità di organizzare tutte le conoscenze in un quadro di riferimento più ampio.
La carta infatti, finanziata dalla Regione e realizzata dall’Arpav grazie ad un’equipe di tecnici di discipline diverse e da ricercatori universitari, suddivide il suolo veneto in ben 214 unità cartografiche, cioè in diversi insiemi di aree, e in 236 suoli per un totale di circa 1500 profili stabiliti a seguito di uno studio che si è basato sulle osservazioni di campagna, sui dati geografici e sulle analisi chimiche. La carta informativa sarà perciò di sostegno alle attività di pianificazione territoriale.
“Finalmente anche il Veneto ha la sua carta dei suoli che indica le singole tipologie ed il livello d’inquinamento dovuto ai metalli pesanti – ha commentato Luigi Veronese, direttore dell’Unione Veneta Bonifiche – speriamo che questa sia la giusta direzione per orientarci in materia legislativa verso il principio della suscettibilità del territorio all’inquinamento, come già si fa nella Comunità Europea, per uscire dai valori stabiliti nelle tabelle ministeriali che spesso ostacolano le attività di manutenzione dei consorzi stessi”.
Ora l’Arpav chiede ai consorzi una collaborazione in termini economici per procedere con un ulteriore scansione dei suoli in cui i singoli consorzi operano, su scala 1 a 50mila, che consentirebbe un’elaborazione più particolareggiata dei livelli d’inquinamento naturale come hanno già fatto i Consorzi Dese Sile e Sinistra Medio Brenta.