Hubert Soudant dirige musiche di Schubert, Berio e Berlioz
La pomeridiana di domenica 13 è proposta in collaborazione con il Centro di Pastorale Universitaria in occasione dei festeggiamenti per il venticinquesimo anniversario della Casa studentesca Santa Fosca.
Composta nel novembre 1817 dopo una rappresentazione viennese del Tancredi di Rossini (citato nel corso dell’Allegro), l’Ouverture nello stile italiano D 590 sarebbe, secondo uno dei primi biografi di Schubert, l’esito di una sorta di scommessa: irritato dagli elogi eccessivi rivolti da un amico alla musica di Rossini, Schubert dichiarò che sarebbe stata per lui cosa facile buttar giù in tempo brevissimo ouvertures del genere in uno stile simile. Nacquero così le Ouvertures D 590 e D 591, con esiti di freschezza, eleganza e sicurezza di scrittura degni della fase conclusiva della sua produzione sinfonica giovanile.
Rendering, eseguito per la prima volta dall’orchestra del Concertgebow di Amsterdam nel 1990 (versione definitiva in tre tempi), è il risultato del lavoro di Luciano Berio sui frammenti di una Sinfonia in re maggiore che fu l’ultimo progetto sinfonico di Schubert, brutalmente interrotto dalla morte prematura. Invece di tentare una impossibile e arbitraria ricostruzione, Berio ha operato una sorta di «restauro» degli abbozzi strumentandoli, completandoli e inserendo nelle lacune tra un frammento e l’altro un tessuto connettivo musicale che assume la funzione del muro intonacato nei pezzi perduti di un affresco. Intessuto di materiali schubertiani, fittamente rielaborati in modo da suscitare reminiscenze vaghe, questo «intonaco» è tuttavia manifestamente altra cosa rispetto ai frammenti della sinfonia: annunciato dalla celesta, ne interrompe lo svolgimento ed è sempre caratterizzato da un pianissimo immerso in atmosfere oniriche e «lontane». Esalta la bellezza dei frammenti schubertiani circondandoli di un’aura struggente, facendone percepire poeticamente la distanza dal nostro oggi. Più di qualsiasi altro suo lavoro, Rendering offre uno sguardo intimo e complesso sul rapporto creativo di Berio con i retaggi della storia.
I Tristia op. 18 sono una raccolta di tre composizioni scritte da Berlioz tra il 1831 e il 1849 per vari organici e pubblicate nel 1852 in versione definitiva per coro e orchestra. La prima, Méditation religieuse, su un testo del poeta romantico irlandese Thomas Moore tradotto in francese da Louise Belloc, fu composta a Roma, a Villa Medici, durante i 15 melancolici mesi del suo soggiorno italiano come vincitore del Prix de Rome. La seconda e la terza si ispirano invece all’Amleto shakespeariano: La mort d’Ophélie, una delle più caratteristiche e suggestive composizioni brevi di Berlioz, scritta a Londra nel 1848, utilizza come testo una ballata del poeta francese Ernest Legouvé derivata dalle parole con cui nel dramma shakespeariano la regina descrive la morte della «poor Ophelia». La Marche funèbre pour la dernière scène d’Hamlet, composta nel 1844 e ispirata agli ultimi versi della tragedia, pronunciati da Fortebraccio di fronte al cadavere di Amleto, prevede l’utilizzo della grande orchestra con una nutrita sezione di percussioni e con il coro senza parole, utilizzato in funzione timbrica.
Nel Benvenuto Cellini, la prima opera di Berlioz, rappresentata all’Opéra di Parigi nel 1838, la tendenza a sfuggire i luoghi comuni della lingua franca dell’opera francese è più che mai evidente. E un universo di infinite sorprese per l’ascoltatore è l’ouverture, composta a opera terminata e spesso riproposta anche nei programmi concertistici nella versione parigina definitiva (ripresa anche a Weimar nel 1856). È chiaro l’intento del compositore di travolgere il suo uditorio attraverso un virtuosismo orchestrale allo stato puro, un’invenzione timbrica che si spinge oltre ogni limite di scrittura tradizionale e un’incredibile ricchezza di effetti strumentali, creati sia con l’aggiunta di strumenti particolari, sia con la spazializzazione dell’orchestra.
HUBERT SOUDANT
Il direttore d’orchestra olandese Hubert Soudant è stato primo direttore dell’Orchestra del Mozarteum di Salisburgo per quasi dieci anni. Molto richiesto a livello mondiale, egli ha consolidato la fama di questa formazione orchestrale dandole una connotazione internazionale soprattutto per le grandi interpretazioni in campo sinfonico. Da settembre 2004 il suo ruolo con l’Orchestra del Mozarteum di Salisburgo è di primo direttore ospite e sempre dall’autunno 2004 è stato nominato direttore principale della Tokyo Symphony Orchestra, oltre ad essere invitato regolarmente come direttore ospite nei principali centri musicali degli Stati Uniti ed Europa. Durante il Festival estivo 2004 di Salisburgo, Hubert Soudant è stato premiato con l’Anello della Città di Salisburgo e la Medaglia d’Oro d’Onore del Land di Salisburgo per il suo contributo artistico alla città. Soudant è nato a Maastricht (Olanda), dove ha studiato prima corno e poi direzione d’orchestra con Jean Fournet. Dopo aver vinto numerosi premi in importanti concorsi internazionali di direzione d’orchestra, tra cui il Von Karajan a Berlino e il Cantelli a Milano, è diventato direttore principale della Nouvel Orchestre Philharmonique de Radio France e dell’Orchestra Sinfonica di Utrecht. La sua brillante carriera internazionale è iniziata come direttore ospite a Parigi, in Germania e come direttore principale dell’Orchestra di Parma, dove nel 1985 è avvenuto il suo debutto lirico. Successivamente ha diretto opere di Verdi e Puccini a Firenze e Bologna. Nel periodo 1985/88 Soudant è stato primo direttore ospite della Melbourne Symphony Orchestra e dal 1994 al 2004 direttore principale dell’Orchestre National des Pays de la Loire. Che si tratti d’opera o di concerti, Hubert Soudant dirige le più prestigiose orchestre europee, tra cui i Berliner Philharmoniker, Bamberger Symphoniker, Wiener Symphoniker. Ha partecipato a festival internazionali quali la Primavera di Praga, Festival di Vienna e il Festival Bruckner di Linz. Nel 1994 Hubert Soudant è stato nominato direttore principale dell’Orchestra del Mozarteum di Salisburgo. L’interpretazione originale e brillante che egli ha dato del repertorio mozartiano e di opere del periodo classico viennese ha incontrato il favore di pubblico e critica. Entusiastica è stata la risposta anche alla sua versione del repertorio francese, che ama in modo particolare, come pure delle grandi sinfonie di Bruckner e Mahler. Come direttore lirico, ha riscosso un grande successo non solo con Mozart ma anche, ad esempio, con la Daphne di Richard Strauss. Al Festival di Salisburgo Soudant ha diretto molte splendide matinée dedicate a Mozart, come pure una magnifica Jeanne d’Arc di Honegger alla Grosses Festspielhaus. Molteplici tournée dell’orchestra diretta da Soudant in Europa, Stati Uniti e Giappone hanno ottenuto un’accoglienza trionfale.
Asterisco Informazioni
di Fabrizio Stelluto
P.I. 02954650277
- e-mail:
- info@asterisconet.it
redazione@asterisconet.it - telefono:
- +39 041 5952 495
+39 041 5952 438 - fax:
- +39 041 5959 224
- uffici:
- via Elsa Morante 5/6
30020 Marcon (Ve)
Cartina
Questo sito è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell'art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: "Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione".
La pubblicazione degli scritti è subordinata all'insidacabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito.
Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al sito, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.
-
Direttore:
Fabrizio Stelluto -
Caporedattore
Cristina De Rossi -
Webmaster
Eros Zabeo -
Sede:
via Elsa Morante, 5/6
30020 Marcon
Venezia - Attiva i cookies
- Informativa cookies