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Igiene ambientale, contratto entro l’estate

21/05/2007
Chiudere entro l’estate il contratto di lavoro del settore dell’igiene ambientale, facendo ogni sforzo per giungere a un accordo unico per l’intera categoria e affermando il principio della flessibilità, intesa non come precarietà, ma come assunzione di responsabilità da parte di lavoratori e imprese. È questo, in estrema sintesi, l’impegno assunto dal presidente di Federambiente, Daniele Fortini, nel corso del convegno “Qualità e flessibilità dell’occupazione – Governare l’evoluzione nei servizi pubblici ambientali” che si è tenuto a Roma, in teleconferenza con Milano, con la partecipazione del presidente di Confservizi, Raffaele Morese, di docenti universitari, esponenti sindacali e rappresentanti delle imprese associate.

Un impegno che spinge Pietro Ichino, giuslavorista dell’Università statale di Milano, noto per le posizioni critiche nei confronti della gestione delle relazioni industriali in Italia, ad affermare che “Federambiente è più coraggiosa di Confindustria” perché, a differenza dell’associazione degli imprenditori privati, è intenzionata a esplorare la strada d’una contrattazione articolata a più livelli, da quello nazionale a quello aziendale, capace d’introdurre veri elementi di flessibilità in un sistema ancora caratterizzato – e non solo nel settore dell’igiene ambientale – da forti elementi di rigidità e di centralismo.

Nel settore, la flessibilità nella fase d’ingresso del lavoratore in azienda – ha sottolineato il prof. Carlo Dell’Aringa, docente alla cattolica di Milano – non è oggi maggiore rispetto agli altri settori industriali e dei servizi, mentre – ha spiegato il prof. Arturo Maresca, dell’Università Roma Tre – sarebbe opportuno introdurne dosi crescenti, e non solo al momento dell’ingresso del lavoratore, ma anche nelle fasi successive.

Teme invece un’equazione flessibilità=precarietà Franca Peroni, segretaria nazionale della FP CGIL, che ha rivendicato con forza la centralità del contratto nazionale di lavoro rispetto a quelli aziendali, che a suo parere possono svolgere solo un ruolo d’integrazione subordinato a un nucleo centrale forte che dia stabilità e livelli retributivi certi a tutti i lavoratori del settore.

Concludendo il dibattito – introdotto da una relazione di Giuseppe Mulazzi, coordinatore dell’Area risorse umane di Federambiente, coordinato da Filippo Brandolini, responsabile dell’Area politiche industriali della Federazione e al quale hanno partecipato anche Giovanni Hermanin, presidente di AMA Roma, e Maurizio Magnabosco, amministratore delegato di AMIAT Torino – il presidente di Federambiente, Daniele Fortini, ha ribadito che la Federazione e le imprese associate concepiscono la flessibilità come uno strumento che, nel pieno rispetto dei diritti e delle tutele dei lavoratori, consenta di superare le attuali ingessature contrattuali eliminando le separazioni troppo rigide tra le diverse funzioni e rivedendo il mansionario, dando così alle imprese la possibilità d’utilizzare al meglio i propri dipendenti e di garantire una migliore qualità del servizio offerto.



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