Aggiornati gli “Indici di coerenza” negli studi di settore
Come Confartigianato del Veneto, diciamo chiaro e forte che questi nuovi studi di settore e i comportamenti unilaterali del Fisco sono completamente inaccettabili, la nostra opposizione è netta”. Vendemiano Sartor, presidente della Confartigianato del veneto, non usa mezzi termini per condannare i nuovi studi di settore, che il Fisco ha varato, giusto alla vigilia dell’inizio della stagione delle dichiarazioni dei redditi: “I motivi della nostra opposizione netta sono molteplici –spiega Sartor- Innanzitutto, il Governo non ha rispettato gli accordi: a dicembre 2006 avevamo firmato un Protocollo sugli Studi di settore che introduceva gli indicatori di normalità economica per determinare il reddito delle imprese, ma questi indicatori sono stati fissati unilateralmente dal Governo nella Finanziaria, senza concertazione e contrariamente agli accordi”.
“Ovviamente, questi nuovi indicatori non rispettano i principi di equità, selettività e trasparenza, e sono a tutti gli effetti dei moltiplicatori indiscriminati di reddito. La realtà –denuncia Sartor- è che si aumenta arbitrariamente e pesantemente la pressione fiscale: le nostre simulazioni dicono ad esempio che una srl unipersonale con un fatturato reale nel 2006 di 60mila euro, potrà trovarsi un aumento del reddito presunto anche di oltre il 35 per cento. Ma l’aumento è generalizzato, a tal punto che, se siamo fortunati, circa il 60 per cento delle imprese (oltre 87mila imprese solo in Veneto) diventerà “non congrua”, mentre lo scorso anno ci si era attestati ad un frazionale 10 per cento”.
Quel che è più grave, assieme all’arbitrarietà dei comportamenti del Fisco, è che gli studi di settore si applicano retroattivamente per i 2006. Ciò significa che le nostre aziende hanno chiuso l’anno ritenendo di essere in regola con il fisco (applicando la vecchia versione dello studio) e si sono “risvegliate” a maggio non congrue per cifre esorbitanti”.
“Da queste scelte temiamo conseguenze estremamente pesanti –conclude Sartor- E’ evidente che si punta ad un aumento generalizzato ed indiscriminato della pressione fiscale, invece che identificare e colpire l’effettiva evasione. Con una aggravante. Vengono particolarmente penalizzate le aziende più strutturate come ad esempio le srl unipersonali, contraddicendo sia le teorie economiche che le azioni di sostegno pubblico che in questi ultimi anni hanno puntato sulle aggregazioni e la crescita delle attività con ottimi risultati per giunta. Ad esempio in Veneto le srl unipersonali artigiane sono oramai oltre 5mila con incrementi annui percentuali a due cifre (+13% nel 2006). E’ altrettanto evidente che si colpisce la ripresa economica e si incentiva il sommerso che a parole si dice di voler colpire.”