Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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L’azzurro intorno a noi

25/05/2007
La notizia pubblicata a tutta pagina dalla stampa locale è di quelle che non passano inosservate. L’Assessorato alla Viabilità ha deciso, per rimediare ai gravi inconvenienti registrati durante questo breve periodo di vita del tram, di asportare i cubetti di porfido dalle Riviere e di coprire il percorso con un manto d’asfalto. Assurdo! Questa è una notizia che non piacerà ai padovani e soprattutto non sarà gradita a tutti coloro che da sempre si battono per il mantenimento di quella residuale copertura in porfido, ora esistente nelle Riviere, una caratteristica legata alla pavimentazione delle strade delle antiche città. Come non piacerà a Vittorio Casarin, presidente della Provincia, che ha sempre sostenuto l’importanza di mantenere nella città alcune caratteristiche storico-ambientali, legate alla vetustà dei luoghi e il porfido, insieme ad alcuni palazzi, strade o piazze di grande valore storico che insistono sulle Riviere, fa parte della nostra storia. Evidentemente con questa operazione di rifacimento della pavimentazione dell’antico percorso fluviale della città si tenta di nascondere una buona parte degli errori che sono stati commessi dalla Giunta Zanonato e da Ivo Rossi nella gestione del progetto e nella esecuzione delle opere. Alcuni esperti dicono che la instabilità del mezzo tranviario francese non deriva solo dalla pavimentazione in porfido, ma anche e soprattutto dall’ancorante che è stato utilizzato per bloccare la monorotaia al supporto stradale. L’Assessore Ivo Rossi dice che il substrato delle Riviere doveva essere rimosso, prima della posa delle rotaie, in profondità per almeno 70 centimetri e che si doveva riposizionare un nuovo e più stabile sottofondo. D’accordo, ma allora perché chi doveva predisporre un percorso tecnicamente valido non lo ha fatto e perché chi doveva controllare politicamente i lavori non li ha controllati ? Troppi perché intersecano il percorso di questa realizzazione tranviaria e a questo punto dobbiamo chiederci se è logico insistere ancora su questo sistema di locomozione o non sarebbe meglio pensare ad altre soluzioni, altrettanto ecologicamente sostenibili. D’altra parte altre questioni impongono un ripensamento del progetto o il suo ridimensionamento. Proviamo ad elencarne qualcuna: il ponte del Bassanello doveva essere allargato e non lo si è fatto; in via Guizza la situazione è tragica e la complanare non è stata portata avanti con la dovuta celerità; gli stessi problemi sorgeranno all’Arcella ed il cavalcavia Dalmazia sarà pronto non prima di due anni; lungo il percorso del tram si doveva prevedere anzitempo a costruire altre opere collaterali – rotatorie, allargamenti di carreggiata, parcheggi scambiatori e quant’altro – che non sono state fatte. A questo punto le responsabilità ricadono soprattutto sulla Giunta Zanonato che ha materialmente sostenuto e realizzato il progetto. Insomma forse la questione tram è stata presa sottogamba o si è dedicato più tempo ad altri problemi che forse erano rinviabili e/o comunque di pertinenza dello Stato. Dunque, o risolviamo una volta per tutte i difetti progettuali ed esecutivi della linea Sir1, oppure sarebbe meglio pensare ad altre soluzioni logistiche per risolvere il problema della diminuzione del traffico veicolare in città.



Gianni Genghini, Assoc. “L’Azzurro intorno a noi”

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