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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Rincaro revisioni: "lo Stato mortifica le imprese"

04/06/2007
Da giovedì 31 maggio gli automobilisti dovranno corrispondere alla Motorizzazione Civile 1,20 euro di diritti in più sul proprio veicolo sottoposto a revisione, passando da 7,80 a 9,00 euro. Il pagamento dell'importo, tramite bollettino postale, solitamente viene fatto dai centri di revisione, per ottimizzare il servizio reso al consumatore. Ma avendo i centri di revisione già effettuato preventivamente il versamento di 7,80 euro, si trovano adesso a dover sostenere di tasca propria una spesa ulteriore di 1,70 euro per i bollettini postali necessari al versamento degli 1,20 euro rimanenti. Una somma che va a confluire nelle casse dello Stato. Tutto questo, mentre le tariffe per le operazioni di revisione applicate ai clienti sono bloccate dal 1999 a 25,85 euro, ben al disotto della media europea di 50 euro. Inoltre, con i nuovi incentivi governativi per la rottamazione - che tendono a diminuire il parco degli autoveicoli vecchi in circolazione - gli autoveicoli nuovi subiscono la prima revisione dopo quattro anni (ogni due anni per quelli vecchi) togliendo di fatto lavoro alle officine e ai centri autorizzati. Un panorama preoccupante, soprattutto se si considera che l'applicazione del balzello di 1,20 euro è stata annunciata dal Governo solamente un giorno prima dell'entrata in vigore, cogliendo di sorpresa la categoria, che vede così i propri diritti ancora meno tutelati e la propria professione a rischio. La preoccupazione nel settore è dunque palpabile. "Una decisione inammissibile che sa di beffa e che aggrava una situazione già precaria - dichiara il presidente degli autoriparatori aderenti alla Confartigianato provinciale di Venezia Emanuele Della Regina -. La revisione è un importante strumento a tutela della sicurezza stradale e riconoscere il giusto compenso vuol dire garantire la qualità della prestazione. L'introduzione di attrezzature e strumenti informatici ha comportato un notevole aggravio di costi e reso l'attività di revisione notevolmente più impegnativa rispetto al 1999. In Italia abbiamo la tariffa per le revisioni più bassa in Europa, ma di contro abbiamo la cifra più alta a livello europeo percepita dall'Erario che, senza investire alcuna risorsa, ricava dalle operazioni di revisione, tra diritti ed imposte, il 60% dell'importo pagato dai cittadini. Lasciando il resto ai revisori auto che invece hanno investito e operano tutti giorni per offrire all'utenza un servizio che lo Stato non è in grado di garantire. E adesso dobbiamo pure rimetterci di tasca nostra integrando i diritti da corrispondere alla Motorizzazione. Ci sentiamo presi in giro. Ormai non ci sono davvero più margini: o si adegua la prestazione al compenso percepito o saremmo costretti a chiudere, perché di questo passo non saremo più in grado di garantire ai nostri clienti un servizio sicuro ed efficiente. Sicuramente ci batteremo fino in fondo con le armi a nostra disposizione perché ciò non avvenga, ma il Governo deve riconoscere i nostri diritti".

Una situazione che si fa sentire in modo pesante anche in provincia di Venezia, dove sono presenti 70 centri di revisione auto-moto, di cui 40 associati nella Confartigianato Provinciale.

"Il Governo discute molto di sicurezza stradale, promuovendo campagne a ripetizione, ma poi non fa nulla per salvaguardare l'operato dei revisori d'auto e moto, anzi, li affossa con ulteriori balzelli - commenta il presidente della Confartigianato provinciale di Venezia Giuseppe Molin -. Finora non ha avuto esito il confronto con le istituzioni per ottenere un giusto compenso per le operazioni di revisione che copra gli aumenti dell'inflazione reale, dei costi di gestione e di personale, dell'acquisto obbligatorio di nuove attrezzature e sistemi. Il Consiglio di Stato ha sospeso infatti il decreto contestando i dati forniti dal Ministero dei Trasporti relativamente ai costi dei centri di revisione. Ciò rischia di vanificare l'impegno profuso per il riconoscimento di un incontestabile diritto degli operatori del settore. In questo modo si favorisce il proliferare del fenomeno delle revisioni fasulle o eseguite in modo approssimativo da soggetti inseriti nel settore con l'unico obiettivo di eseguire il maggior numero di revisioni e nel più breve tempo possibile e far quadrare i conti. Perché la situazione non degeneri, chiediamo nuovamente in modo urgente al Ministero competente un tavolo di lavoro per la qualificazione del settore. Altrimenti si passerà ad azioni di protesta che potrebbero portare a scioperi o al blocco delle prestazioni".

A sentirsi penalizzato è però anche il settore degli autotrasportatori. Dal 31 maggio sono infatti aumentati di circa il 70% i diritti incassati dalla Motorizzazione Civile per le revisioni dei veicoli per il trasporto di merci. Si passa così da 25,82 a 40 euro per ciascuna revisione. "È stato superato ogni limite - dichiara il presidente degli autotrasportatori aderenti alla Confartigianato provinciale di Venezia Nazzareno Ortoncelli -. Per gli autotrasportatori è un susseguirsi di balzelli e divieti che non fanno altro che alimentare il sommerso. Gli aumenti in vigore da oggi per le revisioni dei nostri veicoli inaspriranno il prelievo sulla nostra categoria già alle prese con l'innalzamento della pressione fiscale e con le inadempienze del Governo rispetto agli impegni sottoscritti nel Protocollo d'intesa con gli autotrasportatori del 7 febbraio scorso. Il Governo si ricorda di noi soltanto per imporci oneri e divieti ma si dimentica per mesi di convocarci e di attuare provvedimenti utili per lo sviluppo del settore. Ci uniremo alle manifestazioni di protesta degli autotrasportatori nazionali su strade e autostrade".

QUANTO COSTA LA REVISIONE?

Lo studio elaborato dalla Motorizzazione Civile per l'adeguamento della tariffa -che attualmente è di 25,85 euro - teneva conto dei costi del 2004. Oggi, nel 2007, è già ampiamente superato e necessiterebbe di ulteriore revisione per allineare la tariffa stessa alla media europea che supera i 50 euro. Solo per effetto dell'inflazione, gli imprenditori del comparto hanno perso oltre 400 milioni di euro, mentre se consideriamo l'aumento dei costi sono oltre 960 i milioni di euro persi da 1998 al 2007.



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