Il Veneto riparte: nel 2006 crescita del 2,1%
“La presentazione della Relazione annuale, quest’anno giunta alla 41a edizione, è l’occasione per ricordare l’impegno delle Camere di Commercio venete nel descrivere con accuratezza e imparzialità l’evoluzione del sistema economico regionale – ha sottolineato il presidente Tessari -. E’ anche opportuno sottolineare come fin dall’inizio questo rapporto abbia rappresentato uno strumento indispensabile per monitorare l’economia regionale. A distanza di oltre quarant’anni non è certo presunzione affermare che il compito è stato e continua ad essere pienamente svolto. La Relazione che presentiamo assieme alle anticipazioni che abbiamo diffuso il 30 marzo e all’aggiornamento che offriremo a novembre sull’interscambio commerciale e l’internazionalizzazione delle imprese costituiscono i tre principali lavori realizzati dall’Unioncamere per monitorare lo stato dell’economia veneta”.
All’interno della crescita del Pil mondiale (+ 5,4%, con stime per il 2007 al 4,9%), il 2006 per tutta l’Eurozona è stato l’anno della ripresa, con un incremento del Prodotto interno lordo pari al 2,6%, doppio rispetto al 2005 (+1,4%). Anche l’Italia è tornata a crescere: secondo i dati Istat l’incremento del Pil nel 2006 è stato dell’1,9%, ben al di sopra delle attese.
In questo contesto si inserisce la ripresa del Veneto: secondo le recenti stime di Unioncamere, il Pil regionale a prezzi costanti ha registrato nel 2006 un aumento del 2,1% rispetto al 2005, di poco superiore alla crescita media registrata in Italia (+ 1,9%).
Le previsioni per il 2006, inizialmente improntate alla prudenza (+ 1,5%), hanno seguito un trend crescente nel corso dell’anno, per attestarsi a fine anno appena sopra il 2%. Nel confronto con le principali Regioni italiane, il tasso di crescita del Veneto è risultato superiore a quello dell’Emilia Romagna e della Toscana (entrambe +1,9%) e del Piemonte (+1,8%) e di poco inferiore a quello della Lombardia (+2,3%). Sono state quindi le Regioni settentrionali (Nord-ovest +2,1% e +2% il Nord-est) a trainare la ripresa dell’economia davanti alle Regioni del Centro (+1,8%) e del Mezzogiorno (+1,6%).
“I dati consuntivi che emergono dalle statistiche hanno confermato che il 2006 è stato un anno favorevole per l’economia veneta, e i primi mesi del 2007 già mostrano ottimi segnali di crescita – spiega Tessari -. Possiamo quindi affermare che la nostra Regione ha finalmente ripreso, se non a correre, almeno a camminare di buon passo. La ripresa ha natura di miglioramento strutturale, più che di espansione congiunturale indotta dalla domanda mondiale (ed europea in particolare). Al riguardo, basti pensare che il commercio mondiale è cresciuto negli ultimi anni anche quando la nostra economia viveva una pausa di assestamento e si stava riorganizzando.
In realtà, pur con le dovute riserve sulla completa generalità del fenomeno espansivo e pur concordando sulla necessità di un ulteriore rafforzamento del nostro sistema produttivo, possiamo comunque osservare che:
- la specializzazione industriale della nostra Regione ha ben tenuto ed ha pure contenuto il fabbisogno dei servizi, anche internalizzando proprio alcune funzioni più avanzate;
- il sistema produttivo ha reagito alle sfide dell’internazionalizzazione e non ha ceduto il passo al dilagare della concorrenza delle economie emergenti;
- le dimensioni d’impresa sono cresciute negli ultimi anni nelle aziende strutturate, mentre la media del sistema rimane ancora bassa soltanto per la diffusissima presenza di microimprese, le quali, per il loro frequente posizionamento marginale, sono scarsamente interessate a crescere;
- il basso contenuto tecnologico delle produzioni non sempre è reale, perché le rilevazioni non colgono tutti gli elementi che caratterizzano l’innovazione che spesso è informale;
- il riposizionamento competitivo sui mercati sta avvenendo con sufficiente tempestività ad opera delle medie imprese, che trascinano nella competitività e nella produttività le filiere collegate di tante piccole imprese;
- l’immigrazione, che non riguarda soltanto quella extracomunitaria ma anche quella proveniente dall’Unione Europea (circa 15 mila residenti in Veneto), è elevata in Regione e contribuisce a coprire il fabbisogno di manodopera e di servizi carenti; innalzare il valore aggiunto complessivo del sistema produttivo; accrescere la domanda di beni e servizi a livello locale”.
Guardando alle componenti della domanda aggregata, nel 2006 la crescita del Pil regionale è stata sostenuta dalla domanda interna (+1,5%) e in particolare dai consumi delle famiglie (+1,9%). Anche negli scambi commerciali il Veneto ha registrato un forte recupero. Nel 2006 le esportazioni sono aumentate del 9% invertendo il trend negativo mentre le importazioni hanno visto un incremento pari al 12,6%.
“Per quanto riguarda il settore agricolo – entra nel dettaglio il presidente Federico Tessari -, dopo la flessione evidenziata nel 2005, la produzione lorda in Veneto ha registrato un aumento attorno al 2%, pur risentendo di una contrazione in termini reali del 4%. Per l’industria manifatturiera il 2005 è stato l’anno del risveglio ma, secondo i risultati di VenetoCongiuntura, è nel 2006 che la produzione industriale ha segnato un incremento del 4% rispetto all’anno precedente (era stato dello +0,6% nel 2005). Un anno brillante quindi per il manifatturiero, soprattutto grazie alle medie imprese, che hanno trainato l’intero comparto con performance superiori sia alle piccole che alle grandi imprese. Per il secondo anno consecutivo il comparto edile ha evidenziato segnali di rallentamento: gli investimenti in costruzioni si sono attestati a 16,2 miliardi di euro, registrando un incremento del 4,4% in valore e dell’1% in quantità. Anche per il settore dei servizi l’anno si è chiuso con un bilancio positivo, grazie all’andamento favorevole nei settori del commercio e del turismo. Per il settore del commercio, dopo un quadriennio di stagnazione dei consumi interni, finalmente si è assistito ad una moderata crescita delle vendite (+1,9%).
L’annata turistica 2006 si è rivelata molto positiva, ottenendo il miglior risultato dal 2001. Il Veneto ha registrato quasi un milione in più di turisti (+7,8%), superando i 13,4 milioni e oltre 2,5 milioni in più di giornate che questi turisti hanno trascorso in Veneto (+4,6%), che si sono attestate a 59,4 milioni.
Alla crescita del terziario hanno contribuito inoltre i servizi finanziari. Nel 2006 l’attività del sistema creditizio della nostra Regione si è caratterizzata per una significativa crescita degli impieghi (+11%) superiore al dato nazionale (+10,6%) mentre la crescita dei depositi (+3,5%) è stata più contenuta rispetto al dato nazionale (+5,3%).
Per il settore dei trasporti il 2006 è stato un anno di grande rilancio dopo la tiepida ripresa registrata nell’anno precedente. I dati riferiti alla rete autostradale hanno evidenziato una ulteriore crescita delle percorrenze. Rispetto al 2005 l’aumento del rapporto veicoli/km è stato pari al 3,5% . Sul versante aeroportuale, i tre principali scali del Veneto – Venezia, Verona e Treviso - hanno registrato un’ottima performance sia nel movimento dei passeggeri, con quasi 10,7 milioni (+9,4%) sia in quello delle merci, con oltre 58 mila tonnellate (+13,4%). Il porto di Venezia ha registrato un anno record: il traffico merci ha sfiorato i 31 milioni di tonnellate (+6,3% rispetto al 2005) mentre quasi 1,5 milioni di turisti hanno scelto lo scalo lagunare per una crociera (+6,5%).
Un 2006 positivo anche per gli scambi commerciali con l’estero. Le esportazioni venete hanno sfiorato i 44 miliardi di euro, per una crescita del +7,8%. Sono due le categorie di prodotti che hanno sostenuto l’export regionale: i beni strumentali (in particolare i macchinari industriali, +6,3%) e i prodotti tipici del made in Italy. Non è solo la Germania, (+2,8%), a trainare le esportazioni venete. Si ritorna a vendere negli Stati Uniti (+5,4%) e si consolidano le posizioni verso l’Europa dell’allargamento (Federazione Russa inclusa).
Bene le importazioni: nel 2006 il Veneto ha importato beni per 36.095 milioni di euro, evidenziando un incremento del 10,3% rispetto al 2005. Il saldo Commerciale è quindi risultato favorevole per il Veneto di quasi 8 miliardi di euro.
In un contesto di ritrovata ripresa economica – conclude Tessari -, la struttura produttiva regionale continua ad espandersi, con dinamiche fortemente differenziate a livello settoriale. A fine 2006 il numero di imprese attive ha sfiorato le 460 mila unità, registrando un incremento dello 0,6% rispetto al 2005. Le imprese registrate nelle 7 Camere di Commercio Venete sono state 513.586: c’è un’impresa ogni 9 abitanti”.
La crescita economica del Veneto nel 2006 ha dato un impulso anche al mercato del lavoro. Secondo i dati Istat nel 2006 il numero di occupati è cresciuto dell’1,9% rispetto all’anno precedente, con un aumento pari a circa 38 mila unità. La crescita tendenziale dell’occupazione ha riguardato principalmente la componente dipendente (+1,9%) e quella maschile (+2%). Il tasso di occupazione si è attestato al 65,5%, avvicinandosi ulteriormente all’obiettivo di Lisbona (70%). Le persone in cerca di occupazione sono diminuite del 3,1% rispetto al 2005.
Le previsioni per il 2007
Nei primi mesi del 2007, il quadro macroeconomico internazionale presenta luci ed ombre, ma i principali indicatori congiunturali sembrano disegnare un quadro in crescita sostenuta. Le stime Fmi indicano una crescita del Pil mondiale del 4,9% sia nel 2007 che nel 2008. La vera sorpresa dovrebbe essere l’Eurozona. Il Fmi ha prospettato per Eurolandia un tasso di crescita del 2,3% nel 2007 e nel 2008. L’economia italiana dovrebbe muoversi lungo un profilo congiunturale simile a quello europeo (Pil a +1,8% nel 2007 e +1,7% nel 2008). E anche le previsioni del Veneto sono incoraggianti.
“Guardando al 2007, le previsioni per il Veneto sembrano fornire indicazioni molto positive – spiega il presidente Tessari -. Quest’anno il Pil regionale dovrebbe crescere del 2%, confermando il trend registrato nel 2006. La crescita dell’economia dovrebbe essere trainata dagli investimenti fissi lordi, in rialzo del 2,3% e dalla domanda estera, anch’essa in crescita del 2,3%. Più contenuto l’incremento dei consumi delle famiglie, che dovrebbe attestarsi all’1,4%. Notizie positive anche sul versante dell’occupazione, che nel 2007 crescerà ad un tasso dello 0,5% mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe ridursi fino a toccare il 3,8%.
Nel complesso le previsioni indicano che il 2007 sarà un anno di crescita come il 2006 e, salvo eventi imprevisti ed imprevedibili, potrebbe essere addirittura migliore. Se così sarà, e questo è il nostro auspicio, non si tratterà di un caso o di un nuovo miracolo economico. Semplicemente il Veneto si trova nel mezzo della “seconda modernità”. Stiamo sperimentando, come pochi altri territori europei, le modificazioni, i contraccolpi, le fratture e le opportunità di sviluppo che caratterizzano questo processo. Il sistema economico si sta orientando verso la specializzazione in produzioni ricche di servizio, di studio, di progettualità e di ricerca.
In questa fase occorre essere attenti non solo alla dimensione interna del Veneto, ai suoi successi economici ma anche al suo rapporto con le altre comunità all’interno dello stato ed in Europa. E’ il tema del federalismo, e ricordo che appena 2 giorni fa (6 giugno) abbiamo presentato una ricerca, forse l’unica in Italia, sui “costi del non federalismo”.
La ricerca ha dimostrato quanto i costi della Pubblica Amministrazione legati alla non attuazione del federalismo previsto dal titolo V della costituzione possono incidere sia in forma diretta (residuo fiscale positivo) sia in forma indiretta (mancate risorse per lo sviluppo del territorio) sulla competitività del sistema economico e produttivo, non solo della nostra regione ma anche di altre regioni italiane nel contesto europeo. Federalismo significa rispondere alle domande che la società contemporanea, in questo caso quella economica, pone alla sua classe dirigente. Avviene in tutto il mondo avanzato e le imprese venete sono a pieno titolo cittadine di questo mondo perché sono contemporaneamente, e quotidianamente, localiste e cosmopolite”.
Sul tema del federalismo fiscale toccato dal presidente Tessari si è soffermato anche l’assessore Elena Donazzan: “Certamente la Regione oggi può esercitare un ruolo maggiore sul governo del sistema, cogliendo anche lo stimolo che viene dalla relazione del presidente Tessari, legato a un’esigenza non più procrastinabile: quella del federalismo fiscale, delle risorse e delle relative competenze. La Regione in queste ore sta dibattendo con forza affinché ci sia il riconoscimento che competitività significa anche buon governo e buone scelte legate al territorio”.
Un plauso ai dati del Rapporto annuale viene anche dal presidente del Consiglio regionale Marino Finozzi: “C’è grande soddisfazione per il dato positivo dopo un periodo un po’ negativo. La speranza è che dietro questo risultato ci sia anche la politica attuata dalla Regione verso le imprese. Però non dobbiamo abbassare la guardia, anzi deve essere uno stimolo a fare di più. In quest’ottica va inserita la conferenza sull’economia e il lavoro del prossimo 29 giugno”.
Infine, il Rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Pier Francesco Ghetti, ha voluto sottolineare tre concetti chiave: l’identità, la legalità e l’efficienza. E partendo da questi, si è soffermato in particolare sull’esigenza di una maggiore innovazione: “Dobbiamo essere orgogliosi del fatto di essere veneti e delle nostre radici. Nel corso degli anni siamo stati protagonisti di una trasformazione biblica, e per questo dobbiamo colmare il ritardo di modernizzazione che grava sul nostro sviluppo. A volte ci siamo fatti condizionare da sentimenti campanilistici, ma ora è arrivato il momento di riflettere in maniera propositiva. Nel Rapporto presentato quest’oggi, è presente una tabella sulle spese in ricerca e sviluppo e i dati sono emblematici: nel 2003 il Veneto ha destinato lo 0,7 del Pil, l’Italia l’1,1% e L’Unione Europea il 2%. Non si può modernizzare un Paese se non si entra nell’ottica della ricerca e dello sviluppo. Quindi le priorità sono gli investimenti, anche e soprattutto nell’ambito dell’innovazione”.
Premio regionale per lo sviluppo economico del Veneto
I Vincitori
LATTERIA DI LIVINALLONGO soc. agr. coop.
Livinallongo del Col di Lana Belluno
PADOVA CONTROLLI s.r.l
Padova Padova
SOCIETA’ PER ACQUISTI COLLETTIVI C.A.P.A.
Salara Rovigo
GROSSO GIORGIO
Povegliano Treviso
AZ. AGRICOLA T.&T. PRODUCE di Tiozzo Silvano
Chioggia Venezia
FLOVER s.r.l.
Bussolengo Verona
ERBAVOGLIO s.r.l.
Vicenza Vicenza
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