Salute: arriva prosciutto olandese allevato in provetta
Le sperimentazioni in atto rappresentano dunque una preoccupazione anche per l’Italia dove ogni anno arrivano dall’estero milioni di cosce di maiale destinate spesso a essere spacciate come prosciutti Made in Italy perché non è chiaro l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli allevamenti. Negli scaffali dei supermercati - sostiene la Coldiretti - si stima che ben due prosciutti su tre provengano da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania, Spagna senza che questo venga chiaramente indicato in etichetta e con l’uso di indicazioni fuorvianti come “di montagna” e “nostrano” che ingannano il consumatore sulla reale origine perchè non è ancora obbligatorio per i salumi indicare in etichetta l'origine come avviene per la carne bovina e per quella di pollo.
Per produrre prosciutto crudo in Italia - precisa la Coldiretti - vengono inviate alla stagionatura 12,5 milioni di cosce provenienti da maiali nazionali, mentre un numero superiore se ne importano dall’estero (19,6 milioni). L’aumento delle importazioni dagli altri paesi europei, quali Danimarca, Spagna e Olanda, che hanno raggiunto quote elevate sul mercato italiano, è causa di una pesante crisi di mercato del settore dove è a rischio il futuro dei 5300 allevamenti nazionali, ai quali vengono riconosciuti prezzi al di sotto del costo di produzione.
Per non cadere nelle trappole di mercato e avere la certezza di consumare salumi ottenuti da maiali allevati in Italia, non basta, dunque, richiedere prosciutto cotto, crudo o stagionato, ma - conclude la Coldiretti - occorre scegliere prosciutti a Denominazione di Origine Protetta (DOP) che sono riconosciuti dall'Unione Europea e individuabili dal marchio comunitario (DOP) o da quello del Consorzio di Tutela come i Prosciutti di Parma, San Daniele, Modena, Berico-Euganeo e Carpegna.
COLDIRETTI