Studi di settore: "imprese all'indice"
"Mentre le nostre aziende lottano per non soffocare nella burocrazia e per non rimanere asfissiate da un sistema fiscale già oneroso oltre ogni misura - prosegue Molin -, circa 7.500 imprenditori veneziani stanno ricevendo in questi giorni una lettera a dir poco minatoria dall'Agenzia delle Entrate che, se emergono incoerenze (anche minimali) rispetto ai parametri prefissati, preannuncia l'iscrizione dell'impresa in sorta una black list".
Secondo Molin questo atteggiamento "intimidatorio" del Fisco ha i connotati di un "ricatto vergognoso". "I nuovi indici di normalità sul reddito d'impresa, introdotti lo scorso marzo, sono stati stabiliti unilateralmente dal Governo senza avere il termometro dei settori e delle singole realtà e senza mantenere fede al Protocollo firmato a dicembre 2006. E non rispettano i principi di equità, selettività e trasparenza, essendo a tutti gli effetti moltiplicatori indiscriminati di reddito. Con questi parametri assolutamente starati, si decreterà la morte delle piccole-medie imprese". I nuovi indici vengono applicati anche ai periodi d'imposta precedenti (dal 2003 al 2005), ma il paradosso è che l'Agenzia delle Entrate arriva a minacciare anche chi si è sempre adeguato agli studi di settore che "si rivelano sempre più un vestito troppo stretto, una camicia di forza che mette il piombo ai piedi delle aziende".
Mentre si continua a parlare di "rivolta fiscale", per contrastare quella che viene vissuta come una "vessazione indegna" la Confartigianato Provinciale di Venezia ha avviato le procedure per alcuni ricorsi pilota rispetto alle situazioni più eclatanti di incongruità con i parametri del Fisco. "Assisteremo le nostre imprese presso le Commissioni Tributarie - conclude Molin -, ma presto annunceremo iniziative ancora più eclatanti. Non resteremo a guardare questo scempio".