Richieste del settore commercio: confronto e programmazione
“Riconosciamo un grande merito al Ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, perché con questa Legge ha riposto al centro del mercato il cittadino-consumatore, ma visto che il commercio è nello specifico competenza delle Regioni, pretendiamo un confronto per capire come dobbiamo intervenire territorialmente – ha spiegato Pietro Talarico, al vertice del Coordinamento Interregionale del Commercio, intervenuto al convegno di Venezia promosso dall’INDIS – Istituto Nazionale di Distribuzione e Servizi di Unioncamere italiana – Il Coordinamento sta già redigendo delle linee-guida sulle politiche da attuare in merito alle liberalizzazioni, tra le quali anche quelle che riguardano la distribuzione dei carburanti per autotrazione, per evitare che le Regioni si muovano singolarmente. E’ necessaria però una continua ed effettiva collaborazione con Roma”.
Una seria programmazione è la parola chiave anche per Alberto Curti, direttore regionale di Confcommercio del Veneto, che in merito alla liberalizzazioni sulle licenze degli esercizi pubblici ritiene fondamentale procedere con la realizzazione di un piano territoriale regionale, soprattutto per quanto concerne le medie e grandi strutture.
“Dobbiamo procedere con attenzione sul via libera dato dal Decreto Bersani all’apertura di esercizi che superano i quindicimila metri quadrati di superficie, quelli cioè che hanno un impatto economico ed ambientale molto forte sul territorio – ha dichiarato Curti, a margine del convegno – Il Veneto, con i suoi chilometri di litorale e con la forza attrattiva sul turismo, necessità maggiormente di un attento piano di programma che proprio quest’anno, vista la scadenza triennale, dovrà essere modificato”. Secondo il direttore di Confcommercio, un altro punto su cui si deve agire al più presto è quello delle aperture festive e domenicali, nonché delle deroghe concesse alle attività economiche turistiche, che se già stabilite all’interno della Riforma, necessitano di una valutazione più precisa per non creare situazioni vantaggiose per qualcuno e non per tutti.
Da Venezia è anche arrivato dal mondo del commercio e dell’artigianato veneto, un forte no alla revisione sugli studi di settore; è in corso infatti, una raccolta di firme – gli organizzatori ne stimano circa 100.000 - che giungerà direttamente sul tavolo del Ministro Padoa Schioppa.
Francesca Delle Vedove