Marroncino di Castione nel paniere nazionale
Abbiamo scelto di concentrare l’attenzione e il resoconto sul nuovo liquore. Si tratta di una crema di marroni aggiunta di grappa di Marzemino, zucchero e aromi naturali prodotta artigianalmente grazie alla collaborazione dei volontari dell’ Associazione tutela marroni di Castione e al contributo della distilleria di Amedeo Tranquillini di Arco.
“Ci serviva un prodotto particolare, semplice, fatto di due componenti di eccellenza, tipiche della Vallagarina” ha detto il presidente dell’associazione , Fulvio Viesi.
Composizione e qualità a parte, merita evidenza il fatto che il Marroncino di Castione è stato inserito nel paniere nazionale di prodotti castanicoli
(una trentina) che si fregia del logo “Castagneto Italia”. Vi trovano posto non solo i marroni freschi od essiccati delle più importanti regioni italiane, ma anche farine, paste alimentari, biscotti, dolci, birre, grappa, ecc..
Non si tratta, dice Fulvio Viesi, di una presenza simbolica o di sola rappresentanza. Dall’Associazione nazionale Città del castagno, che garantisce l’origine e la qualità dei prodotti contenuti nel paniere, l’Associazione di Castione ha ottenuto il consenso a fare scambio di prodotti con altre regioni od associazioni e di venderli insieme ai propri.
A fare da padrino al Marroncino di Castione è stato il prof. Elvio Bellini, direttore del Dipartimento di ortoflorofrutticoltura dell’Università di Firenze. E’ considerato tra i maggiori esperti di castagno nel mondo.
Si occupa a livello accademico e di ricerca di miglioramento genetico di varie specie di fruttiferi, ma del castagno conosce non solo la tecnica colturale, ma l’intero universo tematico che circonda questa pianta dalle molteplici ed inesauribili risorse. Il prof. Bellini è autore di una mostra di oltre 500 immagini (diapositive) raccolte in 34 poster che è rimasta esposta dall’ 1 al 18 maggio 2007 a Palazzo Eccheli-Baisi di Brentonico ed ha richiamato molti visitatori. Vari gli aspetti trattati dalla mostra e dalla lezione magistrale che il prof. Bellini ha tenuto in apertura del seminario: dai castagni monumentali alle aree paesaggistiche, dal recupero dei castagneti alle tecniche colturali razionali, dalla valorizzazione del prodotto alla trasformazione industriale, dalla protezione del suolo all’uso del legno, dalla gastronomia tradizionale alla pasticceria., dai prodotti da forno alle bevande o liquori. Il titolo era “Il castagno da sempre ricchezza naturale del nostro Paese”.
Il castagno in Italia occupa 600 mila ettari; 200 mila sono coperti da castagni da frutto, 60 mila da fustaia (legname), 340 mila da ceduo ( palatura). Costituisce il 10% della massa boschiva nazionale.
Il 10% del castagneto italiano si trova in Toscana, il 52% in Campania, ma il confronto si inverte per quantità di prodotto, confermando il primato della Toscana. Il castagno è una componente importante del paesaggio. Si presta ad ospitare tendopoli di appassionati di turismo all’aria aperta, purché le tende siano allocate fuori dal castagneto. Non sono da sottovalutare i prodotti del sottobosco castanicolo: ovuli buoni (Amanita cesarea) e porcini ( Boletus). Il castagneto da frutto deve essere riportato alle dimensioni di un frutteto intensivo. La qualità dei marroni si mantiene integra con la curatura più che in ricciaia.
Concludendo il seminario e la presentazione del Marroncino di Castione, l’assessore provinciale all’agricoltura, commercio e turismo, Tiziano Mellarini, ha detto che iniziative come quella di Castione dovrebbero essere intraprese anche nelle altre zone castanicole del Trentino.
SERGIO FERRARI e GIUSEPPE MICHELON
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