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Venezia: una sinergia di forze per la sicurezza nei cantieri

22/06/2007
L’obiettivo è ridurre gli infortuni sul posto di lavoro, soprattutto nei cantieri edili, del 15% in due anni. In che modo? Attraverso una sinergica azione di formazione e, in diversi casi, di repressione che i soggetti coinvolti nel Tavolo Permanente di Coordinamento della Attività di Prevenzione in Edilizia della Provincia di Venezia stanno attuando sul territorio sulla base di un protocollo d’intesa per la sicurezza, siglato lo scorso ottobre alla Prefettura di Venezia, cui hanno già aderito i Comuni di Venezia, Noale, Stra, Meolo, Musile di Piave, Ceggia e San Donà di Piave.

“La rete di vigilanza, controllo e formazione che abbiamo avviato sul territorio provinciale sta già ottenendo dei risultati, ma la situazione dei cantieri è ancora critica – ha spiegato Luciano Babbo, coordinatore del Tavolo Provinciale per la prevenzione in edilizia, in occasione del primo bilancio dopo l’avvio del progetto, tenutosi a Jesolo, nel veneziano, cui hanno partecipato tra gli altri anche Michele Monaco della Direzione Provinciale del Lavoro e Natalino Manno della Prefettura di Venezia – E’ necessario il lavoro di tutti: alle Amministrazioni Comunali chiediamo di rivedere il sistema degli appalti per le opere pubbliche rinunciando al massimo ribasso in nome di una crescente sicurezza, alla Polizia Municipale di proseguire con i controlli nei cantieri, mentre al Governo chiediamo che gli ispettori inviati in Veneto debbono ora essere dotati degli strumenti adeguati per portare a termine il loro compito”.

Non basta, è fondamentale inoltre, che vi sia anche a livello regionale una “cabina di regia” in grado di monitorare la realtà dei cantieri in tutto il settore edile veneto, ruolo che per il Tavolo Provinciale potrebbe essere affidato alla Prefettura del capoluogo regionale.

Parte centrale del progetto di prevenzione e riduzione degli infortuni – che, come ha ricordato Babbo, sono non solo un costo in termini di vite umane ma anche da un punto di vista strettamente economico – è quella rivolta ai lavoratori immigrati, che sul territorio veneziano raggiungono il 35% solo nel comparto dell’edilizia. La proposta dell’ente bilaterale CPT, tra i firmatari del protocollo, è quella di inserire la figura dei facilitatori linguistici nel processo di formazione “in cantiere”, con il compito primario di tradurre le modalità ed i dispositivi per la sicurezza e di procedere poi, con una vera e propria campagna di sensibilizzazione sull’etica del lavoro. A questa azione, poi si intende associare un’intensa attività di informazione negli istituti scolastici.

Per potenziare la sicurezza sul posto di lavoro, i soggetti coinvolti puntano pertanto sull’efficacia dell’attività di formazione e prevenzione, rimangono però tuttavia necessari gli interventi di repressione. Dai dati forniti dalla Direzione Provinciale del Lavoro, su 300 cantieri e circa 400 imprese visionate in questi otto mesi di controlli, si sono effettuate 26 sospensioni per un tasso di lavoro nero superiore al 20% (limite massimo previsto per legge), mentre un 62% delle aziende è stato “pescato” con irregolarità.



Francesca Delle Vedove

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