64a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
Il film, una coproduzione Cina-Taiwan-Hong Kong, interpretato da Daniel Wu, Chang Chen, Shu Qi, Liu Ye, Tony Yang, Sun Honglei, Lulu Li, è un noir dal respiro epico e ricco di azione. Ispirato al capolavoro di John Woo Bullet in the Head (Die xue jie tou, 1990), la pellicola racconta le vicissitudini di un gruppo di amici e la perdita della loro innocenza nella Shanghai degli anni ’30. Blood Brothers (Tiantang kou) sarà presentato fuori concorso in anteprima internazionale la sera dell’8 settembre nella Sala Grande del Palazzo del Cinema, alla presenza del regista e del cast.
Blood Brothers (Tiantang kou), oltre che da Terence Chang, è prodotto da John Woo al suo ritorno in Asia nelle vesti di produttore, dopo i suoi successi hollywoodiani (Face/Off, Mission: Impossible II e Paycheck). Il film può contare su un cast composto da alcune delle star più importanti del cinema asiatico: Liu Ye (La città proibita di Zhang Yimou; The Floating Landscape di Carol Lai Miu Suet, in concorso alla Mostra nel 2003), Daniel Wu (Everlasting Regret in concorso alla Mostra nel 2006; The Banquet di Xiaogang Feng, fuori concorso alla Mostra nel 2005), Chang Chen (Breath di Kim Ki-duk in concorso a Cannes nel 2007; 2046 di Wong Kar Wai; l’episodio La Mano di Wong Kar Wai in Eros, fuori concorso alla Mostra nel 2004; La tigre e il dragone di Ang Lee; Happy Together di Wong Kar Wai), Shu Qi (Three Times e Millenium Mambo di Hou Hsiao-hsien; The Eye 2; Transporter) e Tony Yang (Catch; Formula 17; Ming Ming).
Il regista Alexi Tan, nato il 3 dicembre del 1968, ha studiato a Londra alla NYU’s Tisch School of the Arts e ha iniziato la sua carriera come fotografo. Nel 2000 ha diretto il suo primo cortometraggio, 17.17. che è stato proiettato al Brooklyn International Film Festival. Successivamente ha diretto spot TV e video musicali che hanno vinto diversi premi e riconoscimenti internazionali. Nel 2003 Tan ha girato Double Blade, un cortometraggio della durata di 15 minuti interamente ambientato a Los Angeles, interpretato dalla rivelazione taiwanese del pop Jay Chou e dalle star hollywoodiane Leila Arcieri e Danny Trejo e che poteva vantare inoltre la collaborazione di Andrzej Sekula, il cameraman di Pulp Fiction. Il cortometraggio ha catturato subito l’attenzione di John Woo e Terence Chang che hanno deciso di produrre il suo primo lungometraggio, Blood Brothers (Tiantang kou).
Blood Brothers (Tiantang kou) è ambientato nella Shanghai degli anni ’30, una città nel pieno del suo splendore, una fiorente Babilonia dei tempi moderni, popolata da “signori della guerra”, politici, ricchi industriali, concubine e gangster. Kang (Liu Ye), Fung (Daniel Wu) e Hu (Tony Yang), tre innocenti giovani ragazzi, sono arrivati in questo falso paradiso in cerca di una vita migliore. Con il passare del tempo, ognuno di loro segue una strada diversa ma si trovano tutti davanti ad una vita all’insegna del crimine. Kang, assetato di potere è il più ambizioso. Fung, appagato dalla sua vita semplice al villaggio in cui viveva, ma obbligato a cercare rifugio a Shanghai, viene spinto dentro un mondo di violenza dove scopre sorprendentemente un lato eroico del suo carattere per poi innamorarsi della bellissima Lulu (Shu Qi), splendente spirito libero che sogna la celebrità. Hu è il più innocente e estroverso dei tre, in cieca ammirazione di suo fratello Kang, che seguirebbe fino in capo al mondo. In seguito, Fung incontra Mark (Chang Chen), un personaggio carismatico, che è in cerca della strada giusta, ma è tormentato dal suo passato. In una cornice di decadenza, la vita dei protagonisti prende una piega pericolosa quando una proibita relazione amorosa diviene di dominio pubblico. Gli amici si rivoltano contro gli amici, i fratelli contro i fratelli. I giorni dell’innocenza sono finiti, si devono affermare come uomini e fare le loro scelte.
La Mostra di quest’anno sarà contraddistinta da uno sguardo capace di rivolgersi in ugual misura tanto ai protagonisti del cinema del futuro, quanto alla storia del cinema (il Leone d’Oro del 75° a Bernardo Bertolucci, il Leone d’Oro alla carriera a Tim Burton, gli eventi celebrativi diretti da Alexander Kluge, la retrospettiva dedicata al “western all’italiana”). Questa doppia anima del festival più antico del mondo, che non finisce mai di scoprire e far scoprire il cinema, sarà nuovamente presente nella selezione dei film delle diverse sezioni della Mostra: un programma in grado di mettere assieme opere di autori giovani e ancora sconosciuti, con quelle dei più grandi cineasti già affermati in tutto il mondo, i cui nomi saranno resi noti il 26 luglio in occasione della conferenza di presentazione della 64. Mostra in programma a Roma all’Hotel The Westin Excelsior.
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