Ospedale di Treviso: energia e inquinamento ridotti
L’intervento è stato interamente finanziato con 5 milioni di euro dal Ministero dell’Ambiente, tramite una convenzione sottoscritta nel 2004 dallo stesso Ministero rappresentato dal direttore generale Corrado Clini, dalla Regione rappresentata dall’assessore Fabio Gava (all’epoca assessore alla sanità, oggi alle politiche economiche ed energetiche)e dal presidente di Unindustria Treviso Andrea Tomat: tre protagonisti che sono intervenuti anche all’odierna manifestazione inaugurale, assieme al direttore generale dell’ULSS n. 9 Claudio Dario.
L’impianto, che utilizza gas naturale, permette di coprire circa il 40 per cento del fabbisogno energetico del complesso ospedaliero, cui servono annualmente 19 milioni di KW/h, ma con un minor consumo di circa 800 tonnellate di petrolio equivalenti (TEP) e la riduzione di 4 mila tonnellate di emissioni di anitride carbonica, e un risparmio di costi tali da recuperare in un triennio calcolabile in oltre 850 mila euro l’anno. Questo permetterà di recuperare in un triennio le spese di investimento, tenuto conto che, dei 5 milioni stanziati, uno è stato utilizzato per analisi, progettazione e consulenza e mezzo milione per iniziative di comunicazione che hanno coinvolto le scuole trevigiane.
Queste caratteristiche fanno sì – ha detto in sostanza Gava – che l’iniziativa possa fare da punto di riferimento per altri progetti analoghi, in un’ottica di miglioramento della produzione energetica regionale e nazionale, possibile nel contesto della liberalizzazione del settore. Nell’occasione Gava ha accennato alle politiche energetiche del Veneto, che sta lavorando alla predisposizione del Piano Energetico Regionale, che punta all’autosufficienza ( ma richiede per questo chiarezza ad esempio su che si farà alla centrale di Porto Tolle); allo sviluppo a 360 gradi delle fonti energetiche rinnovabili; al recupero dell’efficienza energetica e alla razionalizzazione della rete di trasporto di energia. “In questa materia occorre che siano chiarite due questioni importanti – ha fatto presente Gava – la prima riguardante le procedure e la seconda relativa alle fonti normative nazionali, alle volte contraddittorie”. La Regione dal canto suo sta lavorando ad un disegno di legge per definire iter corretti.Quanto all’aspetto finanziario, Gava ha riconosciuto che interventi di razionalizzazione nella produzione energetica hanno bisogno di un “volano”, che potrebbe attingere al Piano Operativo Regionale 2007 – 2013, con una destinazione specifica di parte delle risorse disponibili. “In questo scenario – ha concluso l’assessore – l’impianto di tri – cogenerazione di Treviso potrà essere un importante punto di riferimento”.
Una considerazione analoga ha espresso anche Corrado Clini, che dal canto suo ha ipotizzato l’attivazione di un fondo di rotazione. L’iniziativa che ha visto coinvolti a Treviso Ministero, Regione e Unindustria – ha aggiunto – ha favorito un approfondimento della situazione energetica del complesso ospedaliero dalle cui conclusioni emerge l’invito ad affrontare anche la “rottamazione dell’inefficiente”, dove spesso l’esistente costa troppo, e comunque di più di un intervento ex novo. Con impianti disseminati simili a quello oggi inaugurato – ha concluso il direttore del Ministero dell’ambiente – sarebbe possibile produrre annualmente 12 mila megawatt, alleggerendo il carico sulla rete nazionale a prevenzione dei black out e creando un sistema davvero liberalizzato.
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