L’agricoltura italiana ha bisogno dell’acqua e non la spreca
“Senza dimenticare - ha detto Vigo - che in agricoltura c’è sempre una quota di reimpiego dell’acqua, in quanto quella non direttamente utilizzata dalle coltivazioni torna nel sottosuolo”.
E rispondendo alla notizia diffusa ieri che per produrre un chilo di grano in Italia occorrono, in media, 2.400 litri d'acqua mentre in Olanda sono sufficienti 600 litri, Vigo ha sottolineato che l’irrigazione, per l’agricoltura italiana, è una necessità, legata alla particolare collocazione geografica ed alle specifiche condizioni climatiche. Senza acqua è difficile coltivare piante o allevare animali. Per cui è totalmente fuorviante paragonare i consumi irrigui in Italia con gli altri paesi europei che dispongono di un clima totalmente diverso con una distribuzione delle piogge in sintonia con le coltivazioni effettuate.
A dimostrazione dell’importanza dell’acqua per fini irrigui Confagricoltura ricorda che la produzione agricola proveniente da colture irrigue costituisce circa il 40% di quella nazionale, mentre il rapporto tra superficie irrigata e SAU è pari al 20% (2,7 milioni di ettari su 15 milioni circa complessivi). I 2/3 delle esportazioni di prodotti agricoli provengono da colture irrigue.
“In tale contesto – ha detto Vigo - rinunciare a coltivazioni come il mais, ad esempio, significa rinunciare ad alcune filiere italiane di eccellenza come i prodotti derivanti dagli allevamenti”.
Vigo ha replicato anche alla polemica, sorta negli ultimi mesi, che ha inserito le tecniche di irrigazione a pioggia tra quelle dissipatrici d’acqua, prevedendo, per l’Italia, come unico sviluppo futuro la microirrigazione.
“Il 70% degli impianti, in Italia, è dotato delle più moderne tecniche di irrigazione - ha detto Vigo -. E il metodo a pioggia è quello maggiormente usato dagli agricoltori ed è quello che permette la migliore gestione idrica. Senza contare che l’irrigazione a goccia non può essere utilizzata in tutti i settori agricoli, come ad esempio nelle coltivazioni in pieno campo, come il mais, le foraggiere ad uso zootecnico, i prati”.