Assemblea Anbi 2007: sintesi della relazione del Presidente
Siamo consapevoli che vi è un problema di risorse limitate, ma si tratta di priorità cui occorre dare in qualche misura idonee risposte. Potrebbe pensarsi al cosiddetto sistema “cap and trade”, estenderlo ulteriormente a chi inquina, sollecitando così la spinta ad innovare verso sistemi di produzione meno dannosi oppure essere lo strumento per finanziare azioni imposte dai cambiamenti climatici. Non si tratterebbe di una nuova tassa, quindi, bensì della capacità dell’uomo di gestire le cause dei mutamenti climatici prima che divengano ingovernabili, determinando il collasso dell’economia. Non vedo come chi ha responsabilità possa dimenticare l’allarmante lucidità del rapporto Stern commissionato dal Governo Britannico sulle ripercussioni economiche dei cambiamenti climatici”: è in questa analisi ed in questa proposta, che si racchiude lo spirito, che permea la relazione del Presidente, Massimo Gargano, all’Assemblea 2007 dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.) .
In apertura, infatti, dichiara: “La stragrande maggioranza dei cittadini del mondo … scienziati, ricercatori, uomini della cultura e dello spettacolo, associazioni imprenditoriali e ambientaliste, rispetto alle conseguenze dei cambiamenti climatici, chiedono azioni concrete per la salute del pianeta e dei suoi abitanti, per lo sviluppo dell’economia, dell’occupazione. A loro si risponde con accordi dei protagonisti del G8 che nella sostanza spostano in avanti il problema; con i vertici UE soddisfatti per averlo inserito nell’agenda dei lavori; con governi di economie emergenti che, a fronte di 750.000 morti l’anno a causa dello smog, pagano i media per non pubblicare i dati!
I risultati che emergono dal rapporto “Living Planet Report 2006” ci impegnano a fare molte riflessioni, ma una più delle altre ritengo vada sottolineata: quella che richiama l’incrocio di due curve, quella della domanda e dell’offerta di natura. Il risultato è l’impronta ecologica ed emerge dal calcolo fatto che la biocapacità, cioè la capacità della natura di rigenerarsi, è scesa del 30%! In altri termini stiamo consumando rapidamente il capitale su cui viviamo.”
Secondo Gargano, c’è “da un lato lo stabilizzarsi di problematiche globali in grado di mettere in discussione la qualità del futuro delle generazioni che verranno, dall’altro il rinvio quale strumento costante per superare i problemi.
Ne deriva un diffuso sentimento di disagio nei confronti della politica ...
… è in tale contesto che, forse per distogliere l’attenzione dei media da tali problemi, si fanno affermazioni tese a delegittimare il ruolo e il lavoro di fondamentali corpi intermedi di questa società, quali sono i Consorzi di bonifica”.
Ai Consorzi di bonifica “si riconosce ruolo, funzioni, capacità di esprimerle, un esercizio della sussidiarietà che per le competenze affidate (difesa del suolo, gestione acque a fini irrigui e azioni ambientali a tutela del suolo e dell’ambiente) non ha eguali, al punto di affidare ai Consorzi, l’unica azione concreta, efficace ed efficiente finora messa in campo dal Governo per rispondere alla maggiore delle conseguenze dei cambiamenti climatici: la siccità. Lo si fa tramite il Piano Irriguo Nazionale e di questo riconosciamo merito, al Ministro, On. Paolo De Castro; poi qualcuno, con grande superficialità, pensa di superare l’esperienza dei Consorzi di bonifica per affidarne le competenze a Province, che definisce però enti inutili o a Comunità Montane che anch’esse si vogliono sciogliere. Pensiamo cosa significhi affidare la manutenzione di un canale lungo chilometri ad una serie di Comuni, in contrasto a moderni concetti di ambito territoriale per il governo del territorio come quello del bacino idrografico omogeneo …; in contrasto con concetti di gestione di alcune attività (trasporti, rifiuti e gestione reti) in un’ottica di area vasta.
… Per queste ragioni siamo preoccupati rispetto agli scenari e alle iniziative che avanzano. E’ necessario che il Governo prosegua in una costante azione di sostegno: rispondere con l’autorevolezza delle Istituzioni a chi, non avendo idee chiare, chiede lo scioglimento dei Consorzi come un tempo, per la stessa cultura, si chiedeva lo scioglimento del Ministero dell’Agricoltura. Noi proponiamo di rispondere dando continuità al Piano Irriguo Nazionale. E’ l’unica risposta efficace data alle conseguenze dei cambiamenti climatici. E’ essenziale per un modello e un progetto di agricoltura, che punta sulle eccellenze, sulle tipicità, sulla distintività che fa reddito e non è clonabile; eccellenze, di cui la nostra agricoltura è ricchissima e che, per potersi esprimere, hanno bisogno di acqua in giusta quantità e qualità. Ricordo … che l’84% della produzione agricola italiana è ottenuta con l’acqua irrigua.
… Credo di poter dire senza timori di smentita che l’acqua è la chiave dello sviluppo sostenibile.”
… Gargano si rivolge, quindi, ai Presidenti delle Organizzazioni Professionali Agricole: “Oggi questa bonifica vi chiede più attenzione sulle azioni da intraprendere, convinta che vi è uno scenario esterno non favorevole al progetto e all’idea di una agricoltura multifunzionale. Ci sono interessi facilmente intuibili per quel patrimonio, costituito dalle concessioni idriche indispensabili al territorio e alle nostre imprese. Sul tema del contenimento dei costi vorrei anche ricordare che abbiamo finalmente definito a Bruxelles, dopo un complesso lavoro la vicenda relativa alla riduzione dell’IVA sull’energia elettrica".
Gargano affronta, quindi, la questione Mezzogiorno: “C’è una nuova vera disuguaglianza nel Paese ed è quella rappresentata da 270.000 giovani che, nel 2006, sono emigrati al Centro-Nord per trovare un lavoro, una migliore prospettiva di vita. I dati SVIMEZ ci dicono che resta forte la distanza del Sud dal resto del Paese e ciò soprattutto nel campo delle infrastrutture.
… Il Piano Irriguo Nazionale aiuterebbe anche a definire sgradevoli questioni che tengono a freno lo sviluppo di intere aree, liberandone le potenzialità produttive ed imprenditoriali, sottraendole anche a situazioni non trasparenti ed ai soprusi di certa burocrazia che da un lato ritarda il superamento dei vincoli e dall’altro avanza improponibili soluzioni, agenzie-osservatori per costituirsi rendite e vitalizi.
… I Consorzi di bonifica del Sud sono pronti a questa sfida, chiedono le giuste risorse per affrontarla e non vogliono ulteriori orpelli a frenarne l’azione. Nell’audizione avuta alla in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati sulla inutile e costosa Agenzia idrica, abbiamo sostenuto con fermezza la tesi che il nostro Sud ha soltanto bisogno di norme, che accompagnino il percorso della progettualità laddove trova ostacoli. Abbiamo proposto una task-force ministeriale, all’uopo costituita, strumento la cui validità è già stata dimostrata con il Piano Irriguo Nazionale; abbiano sostenuto che questo Paese non può più permettersi il lusso, già praticato, che prevede, - quando non si vuole affrontare un problema, la costituzione di un osservatorio o ancora peggio, come in questo caso, un’agenzia. I problemi dei Consorzi di bonifica nel Sud non si risolvono con la istituzione di organismi autonomi, né con formule di ingegneria finanziaria, bensì restituendoli alla democrazia, laddove essa è stata negata dalla invadenza della politica attraverso i commissariamenti.
… Confermo…, la richiesta di istituire immediatamente una task-force ministeriale, in grado di affiancare ed affrancare i Consorzi di bonifica del Sud, per rendere da subito cantierabili i progetti e quindi poter rispondere alle esigenze dei cittadini di quei territori, delle imprese agricole, delle imprese tutte.
Solo qualora tale gruppo di lavoro fallisse l’obiettivo, si dovrebbe lavorare per una soluzione diversa, non umiliante per il Sud, la sua economia, la sua cultura.”
Gargano passa, quindi, ad affrontare le questioni del Centro-Nord italiano: “Al Nord vi è una nuova e pericolosa emergenza idrica, quei territori debbono predisporsi più in fretta ai nuovi scenari ambientali. I ghiacciai e le aree innevate che hanno da sempre costituito la ricarica naturale di laghi e fiumi del Nord, hanno minori apporti di neve e subiscono temperature che si sono alzate. A ciò si aggiunga una antropizzazione sempre più forte dei territori, soprattutto le coste, la bacinizzazione dei fiumi, il prelievo spesso incontrollato degli inerti necessari all’edilizia e si avrà un quadro delle principali cause di un bilancio idrico negativo, che anche al Nord non può più essere affrontato con logiche e culture di emergenza. Il fiume Po e’ un patrimonio nazionale che si sta esaurendo, … , è al collasso e ci sono grandi responsabilità. Oltre ai prelievi di acqua e di materiali, ai minori apporti di inerti, agli inquinamenti vi è una ulteriore, grande responsabilità: il Po non è il Nilo, né l’Eufrate, dove Stati diversi attraversati da quei fiumi si rimbalzano la responsabilità dell’inazione. Il Po è tutto nostro, nasce e si esaurisce nel nostro Paese ed io rivendico a questi Consorzi di bonifica di avere individuato i problemi, di averne sottolineato l'urgenza, … di voler essere fra i soggetti che devono e possono impegnarsi in quella direzione.
… Il Po sta diventando come l’Arno, un torrente; abbiamo il dovere quantomeno di intervenire ed anche in questo il Piano Irriguo Nazionale è in grado di dare un contributo positivo.
… Siamo convinti poi che a quanto sopra esposto debba coniugarsi una decisa iniziativa finalizzata a trattenere al suolo tutta l’acqua, che cade con le piogge e ad impedire che rapidamente vada al mare. Proponiamo, per queste ragioni, l’avvio di un Piano Nazionale degli Invasi, perlopiù di piccoli invasi, che raccolga queste acque per
averle disponibili quando servono, acque che siano funzionali alla ricarica delle falde e a “coltivare” la biodiversità.
… Questi piccoli invasi, anche aziendali, trovano nei Consorzi di bonifica le conoscenze in grado di progettarli e realizzarli, nonché la cultura per concertarli con il territorio. Vi è però la necessità di una chiara indicazione in tal senso delle Istituzioni di riferimento, dell’impegno in Conferenza Stato-Regioni finalizzato ad instaurare prima la condivisione, poi le regole di leale collaborazione ed infine la individuazione delle necessarie risorse.
… In un tale contesto di azioni finalizzate alla disponibilità ed al risparmio delle acque è opportuno sottolineare un passaggio sull’utilizzo delle acque reflue. Tale pratica va promossa, incentivata, resa tecnologicamente più efficiente. Per far ciò, come pure per migliorare le tecniche d’irrigazione, c’è bisogno di ricerca innovativa; anche per questo chiedo che tra gli obiettivi ad essa affidati vi sia anche una specifica attenzione alla questione irrigua ed alle tecniche per l’uso plurimo delle acque. Ne approfitto per annunciare che in autunno l’ANBI, in collaborazione con il CER (Canale Emiliano Romagnolo) presenterà una propria progettazione finalizzata al risparmio idrico, alla più razionale utilizzazione delle acque.”
Rivolgendosi direttamente al Governo, Gargano lancia un’altra proposta, interessante l’assunzione di una diffusa responsabilità sul futuro della risorsa acqua: “ … credo sia utile attivare un’iniziativa perché questo tema entri nei Piani di Offerta Formativi della scuola, stanti le sue implicazioni sulla qualità della vita delle future generazioni. Ritengo che l’educazione al rispetto dell’acqua come all’arte, al paesaggio, all’ambiente debba avere un ruolo centrale, pena la devastazione del Paese in cui viviamo.”
Avviandosi alla conclusione, Gargano ripropone aspetti economici: “Ritengo che il Piano Irriguo Nazionale e l’avvio del Piano degli Invasi siano fondamentali anche come azioni da attuare per la difesa del suolo. Tanto per intenderci su cosa essa rappresenti, vorrei sottolineare un dato che ritengo molto significativo. Nel 2006, nell’Unione Europea a 15 Paesi, sono stati investiti, provenienti da altre aree, 511 miliardi di dollari, di essi 30 (il 5%) in Italia, 88,4 in Francia e ben 170 nel Regno Unito: burocrazia troppe volte asfissiante, incertezza delle regole e territori insicuri sia sotto l’aspetto della legalità che in quello idrogeologico: sono le principali ragioni di tale scarsa attrattività degli investimenti nel nostro Paese. La subsidenza e l’erosione delle coste stanno mettendo a rischio il più importante settore produttivo di questo Paese: quello turistico.
… Se poi a ciò aggiungiamo che il nostro è un Paese che, per la sua particolare conformazione orografica, ha oltre l’80% dei comuni classificati ad elevato rischio idrogeologico; dove nel decennio 1994-2003 sono stati spesi 15 miliardi di euro per ripristinare situazioni create da frane, smottamenti, alluvioni e, nel periodo 1991-2005, solo 5.300 milioni di euro per la prevenzione, ci si rende conto come la logica e la cultura dominante sia ancora quella dell’emergenza.”
Infine, Gargano risponde, nel merito, ad una questione ricorrente: “perché la gestione delle acque irrigue, la difesa e tutela del suolo e dell’ambiente dovrebbero continuare ad essere affidate ai Consorzi di bonifica e non alle Province, ai Comuni, alle Comunità Montane, ai Parchi come, dimenticando per un istante le competenze affidate per legge e quelle maturate con l’esperienza, a qualche novello censore viene in mente?
Intanto dico subito che vogliamo procedere lealmente con le altre Istituzioni; non è un caso che con loro, si pensi all’UPI (Unione Province Italiane), abbiamo stilato dei protocolli di collaborazione e li stiamo praticando, come pure abbiamo centinaia di collaborazioni in essere con Comuni, Comunità Montane, Parchi. … Ulteriore prova della nostra volontà è anche quella Cabina di regia da noi fortemente voluta, anche quest’anno insieme alla Protezione Civile, alle fondamentali Autorità di bacino alle Regioni, alle Aziende elettriche, che ha consentito di evitare i conflitti per l’acqua, di condividere il disagio e di irrigare i nostri campi. Ricordo poi gli importantissimi protocolli sottoscritti con la LIPU ed il WWF che definisco come vicende culturali ed economiche … in quanto in grado di generare occupazione e crescita in una chiave assolutamente attuale, che vede la centralità dell’ambiente, del territorio. Credo al riguardo che sia a tutti chiara la necessità di un nuovo “progetto Paese”, di una nuova ambizione, di un nuovo respiro. … L’errore che non possiamo, né dobbiamo continuare a fare, è quello di pensare che i problemi ambientali si risolvano con la decrescita, mentre al contrario la tutela dell’ambiente è il motore della crescita del domani ed i Consorzi di bonifica operano in questo campo.”
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