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Teatro La Fenice: Eliahu Inbal dirige Beethoven e Brahms

19/07/2007
Venerdì 20 luglio 2007 alle ore 20.00 (turno S) si concluderà al Teatro La Fenice la Stagione sinfonica 2006-2007 «Incontri» che ha visto l’Orchestra ed il Coro del teatro veneziano protagonisti di quattordici concerti diretti da alcuni dei maggiori direttori del panorama internazionale. Il concerto conclusivo sarà diretto da Eliahu Inbal (anziché, come precedentemente annunciato, da Marek Janowski), che dal gennaio 2007 è il nuovo direttore musicale della Fondazione Teatro La Fenice. Il programma, interamente dedicato al grande repertorio sinfonico classico, si aprirà con due capolavori beethoveniani scritti nel 1807-08 nella tragica tonalità di do minore: l’Ouverture Coriolano op. 62 e la Quinta Sinfonia op. 67. La seconda parte prevede l’ultima tappa del ciclo integrale delle sinfonie di Johannes Brahms con la Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98, del 1885. Il concerto sarà replicato domenica 22 luglio presso il Castello degli Ezzelini a Bassano del Grappa in collaborazione con il Festival Veneto Opera Estate.

Composta in soli due mesi nel 1807 come introduzione orchestrale alla tragedia Coriolan del poeta austriaco Heinrich Joseph von Collin ed eseguita in marzo in un’accademia in casa Lobkowitz e in aprile all’Hofburgtheater con la tragedia, l’Ouverture op. 62 si ispira alla figura di Cneo Marcio, patrizio romano del V sec. a. C. soprannominato Coriolano dopo la conquista di Corioli, antica capitale dei Volsci. Bandito da Roma per il suo atteggiamento orgoglioso e sprezzante e la sua smodata ambizione di potere, si allea per vendetta con i Volsci e finisce suicida dopo aver rinunciato a invadere Roma in seguito alle suppliche della madre Volumnia. Il contrasto fra la sfrenata volontà di potenza e i legami imposti alla sete di azione dagli affetti e dai sentimenti si esprime nell’opposizione di due temi fondamentali derivati dalla stessa cellula, uno aspro e tormentato, l’altro tenero e consolatorio. Un terzo tema, febbrile, nato dalla fusione dei primi due conclude l’esposizione, seguita – senza sviluppo – da una ripresa drammaticamente basata sulla tonalità della sottodominante. Alla fine della coda il primo tema è sottoposto a un procedimento di inesorabile dissoluzione che esprime la sconfitta e la condanna di Coriolano, eroe negativo incapace di rapportarsi con il mondo.

Composta fra il 1804 e il 1808 ed eseguita nel dicembre di quell’anno insieme alla Sesta in un’accademia musicale al Theater an der Wien, la Quinta Sinfonia è considerata come il paradigma del sinfonismo beethoveniano per l’eroica tensione etica incarnata in una dialettica drammatica di straordinaria intensità, coerenza e compattezza. Il celebre motto iniziale («così il destino batte alla porta» secondo le parole dello stesso Beethoven) è cellula generatrice dell’intero primo tempo grazie a una densissima e tesa elaborazione contrappuntistica, alla cui serrata aggressività si contrappone il sereno mi bemolle maggiore del secondo tema. Il secondo movimento, Andante con moto, è costituito da un tema di nobile cantabilità con tre variazioni di grande libertà formale. Segue un Allegro in forma di scherzo con trio, che si snoda a partire da una misteriosa ed inquieta idea iniziale in do minore, punteggiato di richiami al ritmo ‘fatale’ dell’inizio della sinfonia. Una transizione lo collega senza interruzione al gioioso Finale in do maggiore, un’esplosione di volontarismo eroico evidente fin dalla vittoriosa fanfara iniziale riconducibile a modelli francesi rivoluzionari.

Scritta nel 1884-85 la Quarta Sinfonia di Brahms rappresenta il punto di giunzione tra la concezione sinfonica beethoveniana e la sensibilità moderna. Sotto la costruzione regolare in quattro movimenti sono dissimulate esuberanti energie inventive e fra cantabilità e contrappunto s’insinuano vividi spunti zigano-ungheresi e particolari timbrici che preannunciano Debussy. Il primo movimento, Allegro non troppo, si apre con un tema di elegante cantabilità liederistica seguito da un secondo tema di fanfara che a sua volta cede il passo a una cantilena larga e appassionata dei violoncelli. Segue un Andante moderato in mi maggiore seguito da un Allegro giocoso dal carattere di scherzo ricco di bruschi mutamenti di colore. L’ultimo movimento, Allegro energico e passionato, è in forma di Ciaccona, con un tema di otto note variato 36 volte, sintesi di barocco e classicità e insieme corsa all’abisso e negazione del finale ottimistico di marca beethoveniana.

Eliahu Inbal

Già direttore principale dell’Orchestra del Teatro La Fenice tra il 1984 e il 1987 (protagonista di una memorabile integrale delle sinfonie di Mahler), dal gennaio 2007 è direttore musicale della Fondazione Teatro La Fenice. Nato in Israele nel 1936, inizia gli studi alla Jerusalem Academy e prosegue la sua formazione al Conservatoire National Supérieur de Paris e ad Hilversum e Siena con Franco Ferrara e Sergiu Celibidache. A 26 anni vince il primo premio al Concorso Guido Cantelli, e inizia così una brillante carriera internazionale alla testa delle maggiori orchestre europee, statunitensi e giapponesi; partecipa inoltre a numerosi festival internazionali come Salisburgo, Lucerna, London Proms, Hollywood Bowl. Dal 1974 al 1990 è direttore musicale della Radio-Sinfonie-Orchester di Francoforte, di cui diventa direttore onorario nel 1995 e con la quale dirige in tutta Europa, negli Stati Uniti e in Giappone, oltre a effettuare fortunate registrazioni di tutte le sinfonie di Mahler, Bruckner, Berlioz, Schumann, Berg, Schönberg, Webern e Brahms. Dirige nuove produzioni d’opera nei teatri di Firenze, Bologna, Monaco, Amburgo, Stoccarda, Zurigo e Parigi e ai festival di Glyndebourne, Verona e Orange. Dal 1995 al 2001 è alla testa dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino, con cui dirige tra l’altro l’integrale delle sinfonie di Beethoven e il ciclo completo del Ring di Wagner, che gli vale il Premio Abbiati e il Premio Viotti. Dal 2001 al 2006 è stato direttore musicale della Berliner Sinfonie-Orchester.

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