Dalla valorizzazione delle bellezze naturali alla scoperta dell’importanza della bonifica. Tanti e variegati i temi proposti dall’incontro tra i giornalisti dell’ARGAV, l’Associazione regionale dei giornalisti agroalimentari, che si è tenuta nei giorni scorsi al Circolo Wigwam ad Arzerello, in Provincia di Padova. Scoprire com’era il territorio ieri e com’è oggi: è lo scopo della riproduzione informatizzata Interattiva del Catartico della sesta Presa (1675), iniziativa promossa dal Consorzio di Bonifica Bacchiglione Brenta. Oggetto dell’opera è il territorio della Saccisica e dintorni.

Non tutti sanno che cos’è il catartico: dunque, si tratta di un sistema di gestione del territorio fatto dalla Repubblica di Venezia. Erano gli stessi proprietari privati ad eleggere i gestori del territorio. Grazie alle mappe presenti, ognuno può vedere com’era la zona ieri e com’è oggi. “Lo scopo è proprio quello di recuperare la memoria storica, di creare un accrescimento culturale. Speriamo che chi vive in questo territorio sappia apprezzarne, attraverso questo strumento tutte le componenti: la terra, l’acqua, ma soprattutto la sua storia.” Ha detto Eugenio Zaggia, Presidente del Consorzio di Bonifica Bacchiglione Brenta. Già, l’acqua: croce e delizia di questa zona. “La modifica del Percorso del Brenta ha permesso di salvare la Laguna di Venezia, ma ha creato altri problemi, rendendo estremamente fragile la Saccisica” ha affermato Zaggia.

Una fragilità temperata dall’attività di bonifica. E proprio per comprendere l’importanza di quest’attività, lì come in altre parti d’Italia, è stata istituita la Settimana della Bonifica e dell’Irrigazione che, giunta alla 5^ edizione, si terrà dal 13 al 21 maggio. Lo slogan di quest’iniziativa è dato dalle tre A: acqua, agricoltura, ambiente.

“Riteniamo che , per dare sicurezza al cittadino, sia necessario controllare l’acqua. Quella di tipo dolce, poi, è una risorsa limitata e difficile da mantenere “buona”. Per questo, vorremmo che tutti conoscessero l’attività dei consorzi di bonifica. Anche perché abbiamo prodotti ed ambienti, in Italia, straordinari e non riproducibili in altre parti del pianeta. Tutto questo è patrimonio non solo dell’agricoltura, ma di tutti i cittadini. Ed è giusto che i cittadini conoscano queste tipicità” ha affermato Antonio Tomezzoli, Presidente dell’Unione Veneta Bonifiche.

La Settimana è una manifestazione che propone i temi della bonifica in modo nuovo ed informale: innanzitutto, gli impianti idrovori saranno aperti al pubblico, affinché ne possa capire il funzionamento e soprattutto lo scopo; poi, ci saranno feste popolari, mostre, itinerari ciclo-pedonali. E grande attenzione è stata data alle scuole, attraverso appositi concorsi, i cui elaborati, consistenti in disegni, saranno esposti e, quelli ritenuti migliori, premiati.

Come si visto, l’acqua è un bene strettamente legato al mondo dell’agricoltura, in particolare nel veneziano: “Siamo di fronte ad una realtà che non è pari nel nostro Paese. Basti pensare che il Magistrato alle Acque esiste solo a Venezia” ha detto Giuseppe Scabro, Assessore alle Attività Produttive della Provincia di Venezia, aggiungendo: “E’ necessario intensificare i rapporti tra consorzi di bonifica e mondo dell’agricoltura.”

A proposito di tutela del territorio, ci sono alcuni esempi, in Italia, degni di essere citati a modello: in particolare, nelle Marche, in Provincia di Ascoli Piceno, è stata avviata un’iniziativa di valorizzazione della Valdaso, una striscia di 70 km che collega il Parco Nazionale dei Monti sibillini al Parco Marino. Un territorio che, fino a cinque anni fa, produceva ben il 70% della filiera frutticola delle Marche. Poi, molti frutteti sono stati eliminati con un Piano di finanziamento dell’Unione Europea. “Oggi, la visione dell’agricoltura deve andare verso la qualità.”ha detto Marco Stevanin, che ha fattole veci dell’Assessore ai Parchi della Regione Marche. “E’ vero che la Valdaso è un territorio difficile da gestire, visto che il fiume Aso ha carattere torrentizio. Proprio per questo, è necessario riconvertire non tanto la produzione, ma la mentalità, il che è più difficile. “