Filo d’Arianna Festival 2007 ad Auronzo di Cadore
Anticamente chiamata Agonia, Cima Gogna ha origine nel periodo preromano quando le valli cadorine erano popolate dai Celti e dai Reti. Oltre ad essere stato un luogo di importanza strategica sia veicolare che commerciale e militare - grazie alla sua localizzazione alla confluenza del fiume Ansiei con il Piave, all'incontro delle strade e delle valli provenienti dal Friuli, dal Comelico, da Misurina e dal Centro Cadore -, Gogna è famosa anche per le sue terme, ricche di sorgenti ferrugginose, solforose e magnesiche, sfruttate da millenni e rese famose dalle soste durante la campagna Gallica di Giulio Cesare e dalle visite della Regina Margherita.
Proprio in questo luogo, permeato di storia e di antichi miti, Giuliano Scabia snoderà (alle ore 18 – ingresso libero – in caso di maltempo Sala Comunale) un percorso a tappe, Teatro con bosco e animali, nel quale, grazie alla sua abilità narrativa, vedremo apparire come per incanto lupi, cinghiali e addirittura un Teatro Vagante, sopra le selve. Per me Orfeo, il capo della poesia, e Dioniso, il capo del teatro, sono due nomi maschera di una stessa figura, il corpo voce che canta, racconta e recita. Teatro con bosco e animali è composto da lettere, testi teatrali, racconti ed è quasi il manifesto del mio teatro – racconta l'autore – Sta al centro del Ciclo del Teatro Vagante, ne costituisce il cuore. In ognuno di noi, sono convinto, c’è un bosco – il bosco dell’anima e gli animali sono gli abitanti dell’anima. Il bosco interno va irrorato e gli animali nutriti – per non diventare, noi, aridi e morti.
Alle ore 21:15 (ingresso libero – in caso di maltempo Teatro Kursaal) Michele Sambin sarà protagonista di Più de la vita tratto dalla lettera all’Alvarotto di Ruzante. Quale contesto migliore delle antiche terme di Cima Gogna per narrare un sogno, un viaggio animato da visioni, un affresco di immagini generato da parole che sono suoni e che diventano musica che a sua volta evoca paesaggi, di un passato che rimane sempre presente. Questa è per Sambin la Lettera all'Alvarotto di Ruzante, ne condivide il senso, un inno alla vita pieno di vitalità, ma attraversato dalla malinconia. La struttura procede per immagini, per quadri metaforici più che per narrazione e il linguaggio è arcaico e raffinato allo stesso tempo, come una partitura di parole da suonare. Da un intreccio tra arte e vita, tra passato e presente, tra teatro e musica ha origine Più de la vita. Michele Sambin recita Ruzante, questo grande e dimenticato autore che nel cinquecento già sapeva quale ricchezza racchiudano i diversi universi linguistici popolari e dotti che l'uomo non cessa di edificare e impastare fra loro. Il Beolco nella Lettera all’Avarotto dà una nuova versione della sua maschera di Ruzante, delinea un letterato provvisto di un ideale rustico, ma che si compiace giocando con la sua immagine. Il suo testamento è ancora una volta paradossale, invece di fissare un’immagine definitiva, indica come caratteristica principale il suo aspetto molteplice e sfuggente.
Il Filo d’Arianna Festival è organizzato da Tib Teatro, per la direzione artistica di Daniela Nicosia, con il Comune di Belluno, la Fondazione Teatri delle Dolomiti, il Comune di Auronzo di Cadore, la Comunità Montana Centro Cadore, la Provincia di Belluno, la Regione Veneto e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
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