Siamo di fronte ad una analisi che impegna a pensare al futuro, per non rincorrere le emergenze, con interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, ma anche con opere infrastrutturali, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua e, nel settore agricolo, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione e di colture a basso consumo. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati dell’Annuario delle statistiche ambientali dell’Istat che evidenziano una perdita del 30,1 per cento dell’acqua potabile immessa in rete ma anche una forte riduzione del 40 per cento della portata del fiume Po negli ultimi trent’anni. I terreni coltivati in Italia si sono ridotti del 25 per cento negli ultimi quindici anni - sottolinea la Coldiretti - anche a favore della cementificazione che riduce la permeabilità, impedisce l’assorbimento dell’acqua dei terreni e concorre alla riduzione della portata dei fiumi. Un dato preoccupante alla base anche dell’aumento delle aree con sensibilita' media o alta alla desertificazione che coprono - precisa la Coldiretti - il 36 per cento del territorio nazionale, ma e' addirittura in una situazione di criticita' circa la meta' del territorio della Sardegna e della Calabria, secondo l'ultimo annuario dei dati ambientali dell'Apat. La siccità e la crisi idrica in Italia non sono più un fatto eccezionale o una curiosità, ma una realtà che si ripete in modo ricorrente quasi a ogni estate ed è uno scandalo per il Paese - conclude la Coldiretti - non riuscire a programmare la gestione delle sue pur rilevanti risorse idriche.