Bruco “divora –prati” nell’Alta Padovana
“A prima vista il bruco sembra essere un lepidottero “nottuide” – affermano i tecnici di Coldiretti Padova – simile a quello che attaccava il mais nei primi stadi di vita alcuni anni fa (nottua del mais). La larva predilige nutrirsi di graminacee, la varietà di erba più diffusa nei nostri prati. Al momento non vengono attaccate altre varietà di erba a foglia larga, come il trifoglio. Attendiamo conferme dall’Istituto di Entomologia Agraria dell’Università di Padova, al quale abbiamo consegnato i campioni di larve e crisalidi per le analisi. Un fenomeno del genere, ai danni dei prati stabili della Destra Brenta, non si era mai visto nel nostro territorio, mentre attacchi simili sono documentati nel Sud Italia e in altri paesi caldi dell’area mediterranea”.
Per combattere questi insetti potrebbero essere utili degli “insetticidi biologici” già usati per salvare altre colture, ricorda Coldiretti. Si tratta del bacillus thuringiensis, un batterio che si trova in natura e che agisce bloccando l’apparato gastrointestinale delle larve impedendo che queste continuino a divorare il raccolto. Questo prodotto però è efficace solo se usato quando i bruchi sono ancora al primo stadio di vita e non hanno raggiunto la maturità. “In ogni caso – aggiungono i tecnici Coldiretti – è necessario attendere le conferme dall’Università sulla specie del parassita. Per evitare ulteriori danni, almeno in queste settimane, consigliamo agli agricoltori di sfalciare i prati il prima possibile”.
“Anche questo fenomeno è riconducibile ai cambiamenti climatici degli ultimi anni. – ricorda Paolo Martin, direttore di Coldiretti Padova – Mutamenti che influiscono sull’ambiente e sull’attività agricola. Gli imprenditori si trovano perciò costretti a fare i conti con nuove emergenze che richiedono tempestive soluzioni e costi aggiuntivi. Pertanto sono necessarie misure strutturali a sostegno delle imprese per salvaguardare l’ecosistema e i prodotti tipici del nostro territorio”.