Accordo Italia - Francia contro rincari da campo a tavola
11/09/2007
“Occorre intervenire per rimuovere le diseconomie presenti all’interno della filiera che porta il prodotto dal campo alla tavola, ma anche promuovere a livello comunitario tutte le forme di vendita diretta degli imprenditori agricoli, con l’impegno delle Istituzioni ai diversi livelli territoriali”. E’ quanto è emerso dal summit italo-francese delle due principali organizzazioni agricole europee, l’Fnsea e la Coldiretti, guidate rispettivamente da Jean Michel Lemetayer e Sergio Marini che ha incontrato anche il Presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, a Rennes in occasione della Fiera internazionale dell’allevamento. Secondo Coldiretti e Fnsea “nella insostenibile forbice tra i prezzi alla produzione agricola e quelli al consumo c’è spazio per garantire una adeguata remunerazione del lavoro degli agricoltori e per consentire alle famiglie di fare acquisti convenienti”. “Nonostante gli andamenti degli ultimi mesi i prezzi delle principali prodotti agricoli come grano e latte sono sui livelli degli anni Ottanta mentre forti rincari si sono verificati al consumo”, hanno precisato i presidenti di Fnsea e Coldiretti. Gli aumenti annunciati per rosetta e baguette non sono dunque giustificati dal costo dei cereali che incide solo di circa il 5 per cento, ossia cinque centesimi per ogni euro spesi in pane, come ha ricordato il portavoce della commissaria europea all'agricoltura Mariann Fischer Boel nell’invitare i supermercati e i negozianti comunitari ad un comportamento responsabile. Se in Francia la vendita diretta è una realtà consolidata che raggiunge il 15 per cento del mercato agroalimentare in Italia si attende l’attuazione dell’importante norma sostenuta dalla Coldiretti e contenuta nella finanziaria per favorire la diffusione dei cosiddetti Farmers Market nelle città dove possono rappresentare un freno all'aumento dei prezzi poichè secondo una Indagine Coldiretti - Agri 2000 il risparmio atteso è compreso dal 20 al 30 per cento. Infine Coldiretti e Fnsea “esprimono la preoccupazione che le tensioni di mercato possano essere strumentalizzate per frenare lo sviluppo di alternative energetiche al petrolio partendo da prodotti agricoli, per i quali l’Europa continua a registrare ritardi rispetto all’obiettivo minimo del 10 per cento di biocarburanti nel consumo totale di carburanti nel settore trasporti in Europa per il 2020, per ridurre l’inquinamento ambientale e contrastare i cambiamenti climatici”. In Italia - ricorda la Coldiretti - ad oggi non c'è neanche l'ombra di biocarburanti nei distributori nonostante gli obiettivi fissati dalla Finanziaria, che prevede che il biodiesel e il bietanolo ottenuti dalle coltivazioni agricole debbano essere distribuiti in Italia nel 2007 in una quota minima dell'uno per cento di tutto il carburante (benzina e gasolio) immesso in consumo. Secondo l’ultimo studio della Commissione Europea utilizzare le coltivazioni agricole europee per produrre energia pulita come i biocarburanti non provoca nessun rincaro dei prezzi al consumi degli alimenti e contribuisce al contenimento dell'inquinamento ambientale nel rispetto degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto per ridurre i gas a effetto serra e contrastare i cambiamenti climatici.
COLDIRETTI
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