Previsioni economiche intermedie dell'UE
"I fondamentali solidi dell'economia europea ci aiuteranno a superare l'attuale fase di turbolenza sui mercati finanziari. Ma i maggiori rischi che pesano sulle prospettive richiede i governi a proseguire sulla strada delle riforme e del risanamento di bilancio, proprio per accrescere la capacità dell'economia UE di sopportare gli shock," ha dichiarato Joaquín Almunia, commissario responsabile degli Affari economici e monetari.
La crescita economica quest'anno dovrebbe essere del 2,8% nell'UE e del 2,5% nell'area dell'euro, una revisione al ribasso di 0,1 punti percentuali rispetto alle previsioni di primavera, che riflette soprattutto un secondo trimestre più debole delle attese, secondo le previsioni intermedie della direzione generale degli Affari economici e finanziari della Commissione.
Le previsioni si basano sull'aggiornamento delle prospettive sulla crescita reale del PIL e dell'inflazione per Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna e Regno Unito (cfr. le successive tabelle). Insieme questi sette paesi rappresentano più dell'80% del PIL dell'UE.
Il contesto mondiale rimane favorevole nonostante le turbolenze
Le economie europee hanno iniziato il 2007 su una nota positiva, con una crescita del PIL dello 0,7% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente sia nell'area dell'euro che nell'UE, spinta soprattutto dal dinamismo degli investimenti. Nel secondo trimestre la crescita reale del PIL nell'area dell'euro si è ridotta allo 0,3% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente (0,5% nell'UE). Il tasso di crescita più debole del secondo trimestre dovrebbe essere interpretato con una certa cautela. I dati trimestrali riflettono l'influenza sugli investimenti edilizi di un inverno insolitamente mite nel primo trimestre, una tendenza invertita dal clima più rigido che ha causato un netto rallentamento nel secondo trimestre. Ma ciò potrebbe anche significare che la crescita ha raggiunto il suo massimo nel corso dell'anno scorso, uno sviluppo che potrebbe essere rafforzato dall'impatto delle recenti turbolenze sui mercati finanziari.
Le turbolenze, generate dai problemi sorti durante l'estate sul mercato statunitense dei mutui subprime, hanno causato un riapprezzamento disordinato dei rischi sui mercati finanziari mondiali. L'incertezza sulle perdite sottostanti si è tradotta in un'avversione al rischio e in un ampliamento degli spreads dei titoli societari, oltre che in un ritiro della liquidità e in un aumento della volatilità su numerosi mercati.
Visto il loro buon stato di salute prima del manifestarsi delle turbolenze, sia l'economia mondiale che l'economia europea dovrebbero essere in grado di superare le attuali turbolenze, perlomeno se queste saranno di breve durata. Al momento si prevede che nel 2007 l'economia mondiale dovrebbe crescere ad un ritmo leggermente più rapido rispetto a quanto previsto in primavera, dato che la crescita più vigorosa delle economie emergenti, specialmente quella cinese, dovrebbe più che controbilanciare le revisioni al ribasso per la crescita USA. Tuttavia, i recenti problemi fanno pendere chiaramente la bilancia dei rischi in senso negativo. Questo vale soprattutto per gli Stati Uniti, dove la domanda di abitazioni ha subito un netto calo.
In questo contesto, l'aggiornamento per le sette maggiori economie dell'UE conferma nel complesso le prospettive positive delle previsioni di primavera. Ciò si deve a diversi fattori: il contesto economico mondiale rimane relativamente favorevole; una crescita superiore alle attese nel primo trimestre; i fondamentali continuano ad essere solidi; gli indicatori sono scesi leggermente negli ultimi tempi, ma sono ancora a livelli elevati, e il miglioramento della situazione sul mercato del lavoro dovrebbe sostenere i consumi privati.
La domanda interna dovrebbe continuare a dare il maggiore contributo alla crescita del PIL sia nell'area dell'euro che nell'UE, e la produzione sarà sempre più trainata dai consumi privati. Ciò riflette i persistenti segnali di miglioramento sul mercato del lavoro in Europa, non per ultimo in Germania. Il tasso di disoccupazione, sceso al di sotto del 7% sia nell'UE che nell'area dell'euro nel corso dell'estate, è ora ai livelli più bassi dagli inizi degli anni '80.
Se si guarda più avanti nel futuro, le previsioni aggiornate per il 2007 indicano una spinta alla crescita leggermente ridotta nel 2008 rispetto a quanto previsto nella scorsa primavera, con il rischio ulteriore che l'impatto dei problemi sui mercati finanziari possa farsi sentire maggiormente nel corso del prossimo anno.
Inflazione leggermente superiore a causa dell'aumento dei prezzi delle materie prime
Nel 2007 l'inflazione è rimasta finora contenuta grazie agli effetti di base favorevoli dei prezzi dell'energia. Nel primo semestre del 2007 l'inflazione dei prezzi al consumo nell'area dell'euro è stata dell'1,9%, sostanzialmente in linea con le previsioni di primavera e in calo rispetto all'anno precedente. L'inflazione di fondo è invece aumentata di 0,3 punti percentuali tra dicembre 2006 e luglio 2007, un aumento in gran parte legato agli aumenti dell'IVA in Germania.
Le proiezioni future per l'inflazione dei prezzi al consumo sono state riviste al rialzo di circa 0,1 punti percentuali per il 2007 in entrambe le aree: al 2,2% nell'UE e al 2,0% nell'area dell'euro. Questa revisione al rialzo è dovuta in gran parte all'inflazione superiore alle attese nel secondo trimestre e all'impatto previsto dell'aumento dei prezzi delle materie prime verso la fine dell'anno. Ad esempio, sulla base dei mercati a termine, il prezzo medio del Brent è stimato a 68 dollari al barile nel 2007, 1¾ dollari in più rispetto alle previsioni di primavera.
Tuttavia, l'aumento della produttività del lavoro e l'intensa concorrenza sui prezzi a livello internazionale dovrebbero contribuire a tenere a freno l'inflazione. Man mano che la stretta finanziaria comincia a frenare l'ulteriore crescita del PIL, le pressioni inflazionistiche interne dovrebbero attenuarsi.
Valutazione dei rischi
Gli sviluppi intervenuti dalla primavera hanno aumentato sfavorevolmente il rischio delle previsioni per la seconda metà del 2007 e 2008, in particolare in quello che concerne le prospettive economiche degli Stati Uniti e la valutazione delle posizioni sui mercati finanziari.
Ciò significa che la bilancia dei rischi pende ora chiaramente in senso negativo.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito: http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/european_economy/forecasts_en.htm
Rosella Conticchio Schirò
Commissione europea
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