Libri alla Vida Nova. L’Iran si racconta
A seguire, alle 20.30 presso il Ristorante “Dall’Amelia” (Mestre, Via Miranese n. 113), “RistorArti” organizza una Cena con l’autore, durante la quale Bijan Zarmandili illustrerà più ampiamente i temi del suo libro. Agli ospiti sarà offerto un ricco menù di cucina veneziana ed orientale al costo di 60 euro per persona, comprensive del libro in omaggio (per i soci di “RistorArti”: 48 euro).
Per prenotare la cena:
tel. 041.913955 - fax 041.5441111, e-mail: info@boscaratoristorazione.it
Bijan Zarmandili (Teheran, 1941) dal 1960 vive a Roma, dove ha studiato architettura e scienze politiche. È stato per vent’anni fra i quadri dirigenti della sinistra iraniana in esilio e ha partecipato all’opposizione iraniana al passato regime dello scià. Ha cominciato l’attività giornalistica nel 1980, dopo la Rivoluzione islamica, ed è esperto di politica mediorientale per il gruppo Espresso-Repubblica. Ha pubblicato saggi sul mondo iranico e le biografie di Mohammad Mossadegh e dell’Ayatollah Khomeini (Cei 1974); Documenti di un dirottamento, sul caso dell’Achille Lauro (Eri 1988). Ha pubblicato, tra l’altro, con Feltrinelli i romanzi: L'estate è crudele (2007), Premio Isola d'Elba e Premio Vittorini 2007); La grande casa di Monirrieh (2004).
L'estate è crudele
Parviz e Maryam, studenti iraniani e attivisti contro il regime dello scià, si incontrano e si innamorano nell'estate romana del 1960. Richiamato in patria dal Partito, Parviz dice a Maryam che si rivedranno a Tehran: impossibile stabilire quando. E se. Un viaggio avventuroso attraverso la Germania, la Turchia e infine il Kurdistan riporta Parviz a casa, ma per lungo tempo Maryam, che è tornata a Sua volta in Iran ed è medico in un ospedale, non saprà più nulla di lui: i rigidi controlli della Savak impongono la massima prudenza. Il ritrovarsi di Parviz e Maryam segna l'inizio di una breve stagione nel corso della quale sembra che il loro amore, reso ancora più saldo da una fede politica sentita come irrinunciabile ideale, possa non soccombere all'odio e alla ferocia. E la nascita del figlio Keivan accende una speranza nel finale tragico e struggente, in un'estate iraniana tanto crudele quanto quella italiana era stata dolce e carica di promesse.
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