Maltempo nel Piovese: danni per milioni di € all’agricoltura
Ma sono tutte le coltivazioni orticole ad aver subito gravi perdite, oltre che a Codevigo e Arzergrande anche a Correzzola, Pontelongo e Piove di Sacco. Danni ingenti anche a decine di ettari di barbabietola e mais, in piena fase di raccolta in questi giorni. Più contenuta la ricaduta sui vigneti, visto che la vendemmia è ormai alle battute finali.
Sono numerosi e gravi invece i danni alle strutture e alle aziende agricole a causa degli allagamenti che hanno interessato buona parte del territorio. Nei prossimi giorni gli imprenditori comunicheranno nel dettaglio la stima dei danni, per alcune aziende anche dell’ordine di decine migliaia di euro. Coldiretti Padova ha già provveduto a segnalare alle istituzioni pubbliche la situazione e nei prossimi giorni metterà a punto un quadro completo.
Come ormai capita da qualche anno arrivano le piogge d’autunno, con gli inevitabili allagamenti, soprattutto nelle aree urbane. L’anno scorso è toccato a Padova, ieri a Mestre, con gravissimi danni per le città, chi ci vive e lavora. Eventi che confermano l’insufficienza di una rete idrica ormai non più in grado di far fronte a precipitazioni eccezionali, ormai un appuntamento fisso in alcuni periodi dell’anno. Tutto questo con gli inevitabili riflessi sul traffico in città, in cintura urbana e in zona industriale.
“La tropicalizzazione, cioè la caduta di grandi quantità d'acqua piovana in breve tempo, che sembra caratterizzare i cambiamenti climatici delle nostre latitudini, si è andata ad innestare – ricorda Marco Calaon, presidente di Coldiretti Padova - su una gestione del territorio alquanto irrazionale. Il problema reale è che si è cementificato, costruito tanto e a volte male, con poco criterio, distruggendo paesaggi e soprattutto il tessuto rurale del nostro Paese. Le conseguenze sono alluvioni, inquinamento diffuso delle acque, incapacità di gestire la risorsa acqua. Occorre mettere al centro dell'attenzione della politica il problema dell'acqua e che questo problema sia affrontato in maniera moderna”.
“E’ solo in queste occasioni che ci si rende conto di quanto sia importante avere una rete di canali di scolo principali e secondari in grado di far defluire l’acqua in tempi brevi. – aggiunge Paolo Martin, direttore di Coldiretti Padova – Mentre in aperta campagna e nelle zone rurali l’acqua viene assorbita dal terreno e convogliata nei canali e nei fossi, nelle aree industriali e in città l’acqua, trovando una pressoché totale impermeabilizzazione ha un impatto fino a venti volte superiore riversandosi sulle strade, negli scantinati e nelle zone più basse, con le conseguenze che tutti conosciamo. Con l’arrivo dell’autunno e le piogge torneranno ad essere un problema, considerata la rete di scolo del nostro territorio. I nostri canali e fossi sono secchi d’estate, quando servirebbe acqua per l’irrigazione, e straripano ad ogni pioggia in autunno e in primavera, invece che favorire il deflusso delle acque. Questo perché finora è mancata una seria pianificazione del territorio e della rete idrica che lo attraversa. E soprattutto perché non viene tangibilmente riconosciuto il ruolo di presidio e di tutela del territorio da parte delle imprese agricole. Ormai, fatta eccezione per gli interventi dei Consorzi di bonifica, sono rimasti solo gli agricoltori a garantire non solo la pulizia ma anche la stessa esistenza di corsi d’acqua grandi e piccoli. Il mondo agricolo è pronto a fare la sua parte, finora però sfugge al riconoscimento del mercato l’importanza dell’opera di presidio e salvaguarda della sicurezza idraulica svolta dalle imprese agricole”.