Sorgo zuccherino, nuova frontiera del bioetanolo
01/10/2007
Il sorgo zuccherino potrebbe essere la coltura rivelazione per la produzione di bioetanolo in Polesine. La relativa tecnologia si presta ad essere convogliata in piccoli impianti, gestiti direttamente dalle imprese agricole, senza impatto ambientale. E’ quanto emerge dalla relazione di Roberto Jodice, direttore del Ceta (Centro di ecologia) di Gorizia, esperto di tecnologie per ricavare energia da biomasse, che collabora con Coldiretti. «Si tratta di un cereale che sopporta bene la siccità e necessita della metà dell’acqua di cui ha bisogno il mais – afferma Jodice – Dall’insilato di sorgo si possono ricavare quantitativi di biomassa e zuccheri maggiori rispetto al mais o ad altri cereali e circa 3,9 tonnellate per ettaro di bioetanolo rispetto alle 3,4 del mais. Ma, soprattutto, la tecnologia consente una filiera semplice, con la concreta possibilità di allestire degli impianti di capacità produttiva medio-piccola, adeguati alle dimensioni delle aziende agricole polesane». «Per produrre tremila tonnellate all’anno di bioetanolo – spiega il dottor Jodice – sono sufficienti 800 ettari di terreno di media fertilità. L’estrazione del succo zuccherino dal sorgo deve avvenire meccanicamente, non per via chimica, ed il sottoprodotto (la bagassa) può essere usata sia come biomassa per produrre energia termica e bioetanolo, sia come fertilizzante o mangime zootecnico. Attualmente il bioetanolo di origine saccarifera ha un costo di 250 euro per tonnellata in Brasile, dove si usa la canna da zucchero; e di 500-600 euro per tonnellata in Europa, dove si utilizza la barbabietola. Il costo di produzione del bioetanolo da sorgo non è noto, ma può essere stimato intorno ai 260-290 euro per tonnellata».